lunedì 29 ottobre 2007

Due strade di Catania già dedicate agli eroi del separatismo siciliano


(Antonio Canepa e Concetto Gallo)

Ringraziamo il nostro amico Santo Catarame da Catania che ci invia questa ottima biografia degli eroi dell'indipentismo nostrano...
Antonio Canepa professore di storia delle dottrine politiche nell’Università di Catania.
Nel 1935 organizzò durante il fascismo a Catania i primi movimenti di rivolta antifascista, fu partigiano in Toscana, al ritorno in Sicilia nel 1944 creò l’EVIS (esercito volontario per l’indipendenza siciliana)
Lo stesso Finocchiaro Aprile incoraggiò Antonio Canepa a formare un esercito armato per la costituzione dello stato Siciliano Indipendente.
Antonio Canepa si faceva chiamare con lo pseudomino di Mario Turri. Era un vero anarchico rivoluzionario più che un comunista marxista.
Insieme a tanti altri separatisti come: Carmelo Rosano, Nino Velis, Armando Romano, Giuseppe Amato, Giuseppe Lo Giudice, Concetto Gallo, e molti altri, creò un campo d’addestramento per l’insurrezione armata nelle montagne dei Nebrodi vicino a Cesarò nel bosco della Miraglia.
Forse in seguito a disaccordi con l’ala conservatrice e latifondista del separatismo, Mario Turri (Canepa) decise di autofinanziare l’EVIS magari con spettacolari azioni di sequestro.
Il primo obiettivo di sequestro doveva essere l’allora il sindaco di Cesarò, il radiologo Giuseppe Salmeri.
Mentre le truppe anglo-americane e le forze della resisteza italiana liberavano il paese, il separatismo in Sicilia non diventò più essenziale per le forze anglo-americane che avevano conquistato l’Italia. Diventava, per gli alleati, imbarazzante la presenza dell’EVIS in Sicilia.
E’ noto il grave conflitto a fuoco con i carabinieri del 17 giugno del 1945 in contrada murazzo in agro di Randazzo.
Rimarranno uccisi: Canepa, Rosano e Lo Giudice, Romano rimasto ferito sarà arrestato dai carabinieri, mentre Amato e Velis riescono a fuggire.
Canepa, scaricato di corsa nell’ospedale di Randazzo da Pippo Amato, morì dissanguato per mancanza di un minimo di cure.
I corpi dei tre separatisti uccisi furono tumulati, in segreto e in fretta, nel cimitero di Giarre.
Le azioni di guerra dell’EVIS furono diverse e furono una pagina indimenticabile dell’orgoglio e della fermezza dei siciliani che volevano liberarsi della supremazia e discriminazione dei governi nati dopo l’unità d’Italia.

Concetto Gallo, nato a Catania 11 gennaio 1913 è ivi deceduto 1 aprile 1980.
Dopo l’uccisione di Canepa assunse il comando dell’EVIS e si firmava: Secondo Turri. Più moderato politicamente, ma ardito come il predecessore, dovette risolvere il non facile compito di risollevare il morale alle truppe dell’EVIS.
Spostò l’azione della guerriglia dai Nebrodi alle campagne di Caltagirone e precisamente in contrada San Mauro dove disponeva di una villa di proprietà la moglie.
Il 4 gennaio del 1946 fu accerchiato da tremila soldati dell’esercito italiano e catturato con quasi tutti i suoi combattenti.
Fu incarcerato e poi liberato perché eletto deputato all’Assemblea Costituente, in seguito eletto all’Assemblea Regionale Siciliana.
Antonio Canepa e Concetto Gallo e tutti gli eroi dell’indipendenza siciliana non riuscirono a realizzare i loro sogni, ma l’isola ottenne un’importante autonomia amministrativa.
La classe politica e dirigente che fu eletta dopo la stagione separatista, fino ad oggi, non ha saputo utilizzare quest’importante ricchezzaSventurata la terra che
Ha bisogno d’eroi.
Brecht


Bibliografia essenziale:
-Francesco Paternò Castello Duca di Carcaci: Il movimento per l’indipendenza della Sicilia, ed. Flaccovio Palermo, 1977;
-Giuseppe Carlo Marino: Storia del separatismo siciliano, ed. riuniti, 1979,
-Salvo Barbagallo: Una rivoluzione mancata, ed. Bonanno Catania 1974,
-Michele Papa: Storia dell’EVIS, ed. clio 1995.


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sabato 27 ottobre 2007

Sugli strani incendi di Canneto di Caronia(ME)



Qualche anno fa, esattamente nel 2004, sfogliando tra le curiosità dei giornali nostrani e non solo, vi sarà capitato di leggere degli strani fenomeni incendiari che si sono verificati nel piccolo comune messinese di Caronìa.
In particolare i 39 abitanti della frazione Canneto denunciarono improvvisi focolai che scoppiavano all'interno di televisioni, radio, forni, contatori dell'elettricità e perfino nei materassi a molla.
Ma adesso è saltato fuori un rapporto di un gruppo di scienziati incaricati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il quale parla di fenomeni artificiali e non naturali...


Leggendo il rapporto, si apprende di armi segrete militari, ma anche di UFO.Ammesso che gli UFO esistano davvero, siamo restii a pensare che si divertano a tormentare i pacifici abitanti di un piccolo villaggio, quindi ci siamo concentrati sull'ipotesi militare, andando a verificare chi oggi possiede una tecnologia militare tale da far bruciare degli oggetti sparando delle microonde ad alta energia.(vedi principio di funzionamento delle microonde)(vedi principio di funzionamento armi a microonde) Cercando ancora su Internet scopriamo che RAINEWS24 ha già fatto un inchiesta sulle nuove tipologie di armi, le cui tecnologie risultano attualmente in mano agli Stati Uniti e che addirittura sono già state utilizzate durante la guerra in Iraq, nel 2006.
(vedi inchieste RAINEWS)http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/guerre_stellari_iraq.asp
http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/08032007_nuovearmi.asp
A questo punto c'è da pensare che Canneto di Caronia è stato una specie di test, ma perchè proprio in Sicilia?Il motivo potrebbe stare, come già discusso in precendenza, nel tentativo di emancipazione della Sicilia (dai poteri massonici anglo-americani) di Berlusconi (tramite Raffaele Lombardo) per mettersi sotto l'influenza di Putin, suo sostenitore.L'impiego di tali armi in Sicilia, potrebbe essere un segnale o una punizione in quel senso.Ma possono queste armi produrre anche incendi?Leggendo le specifiche di tali tecnologie la risposta è si.Ce lo domandiamo perchè mai come quest'estate la Sicilia è stata devastata dagli incendi dove per la prima volta ci è scappato anche il morto.I media nostrani fecero talmente un gran baccano che la notizia rimase su tutti i giornali e sembrava doverci restare fino a Natale se non fosse messa in ombra dalle notizie che venivano dalla Grecia, la quale fu incenerita da centinaia di incendi che comportarono più di 60 vittime, una carneficina inaudita per la nazione ellenica.
In quello stesso periodo, il presidente russo Vladimir Putin si era presentato ad Atene per firmare gli accordi sulla costruzione dell'importantissimo gasdotto Russia-Bulgaria-Grecia-Bari (di cui avevamo già parlato nel nostro editoriale) che passerà, nella sua parte iniziale, sotto il Mar Nero, scavalcando Ucraina e Turchia, due nazioni che per la Russia si sono dimostrate altamente inaffidabili perchè supportate dagli Stati Uniti.
Il gasdotto Russia-Bourgas-Alexandroupolis-Bari
(vedi i termini dell'accordo sul gasdotto)Il Presidente Putin ha perfino sguinzagliato l'Amm. Delegato della Gazprom per acquistare il Bari Calcio, pur di avere il maggior consenso possibile al progetto del gasdotto.(vedi notizia)
Dunque anche gli incendi arruolati nelle lotte segrete tra le Potenze?Chi lo sa, quel che è sicuro è che anche gli incendi vengono utilizzati per motivi politici: i focolai che stanno bruciando in questo momento la California, sembra siano innescati dai terroristi di Al-Qaeda, come dicono con insistenza i giornalisti di FOX NEWS USA e come rilanciano i nostri media: http://www.corriere.it/esteri/07_ottobre_25/farkas_incendi_california_alqaeda.shtml(Ma poi quelli di Al-Qaeda non erano stati finanziati dagli USA per combattere i sovietici in Afghanistan?)

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giovedì 25 ottobre 2007

Il progetto infrastrutturale dell'attuale politica siciliana

(nello scacchiere del Mediterraneo)



Grazie alle dichiarazioni dei politici nostrani ed alle battaglie che stanno perseguendo(vedi Raffaele Lombardo del Movimento per l'Autonomia) e grazie al modo in cui si stanno collocando, sullo Scacchiere Mediterraneo, gli interessi economici, siamo riusciti a ricreare la mappa del futuro asse logistico del Sud Italia, attorno al quale ruoteranno gli interessi economici dell'area euro-mediterranea...

Ecco i punti cardine:
-Porto ed Interporto di Gela-Aeroporto di Comiso-Porto, Interporto ed Aeroporto di Catania-Ponte sullo Stretto di Messina-Porto ed Interporto di Gioia Tauro



(il mastodontico porto di Gioia Tauro)




(Il progetto dell'Interporto di Catania)


Le potenzialità dell'asse logistico siculo-calabro sono ben conosciute dal ministro delle infrastrutture Antonio di Pietro che le rivela pubblicamente, in un suo documento al Consiglio dei Ministri.
(scarica documento) http://www.antoniodipietro.com/documenti/infrastrutture_prioritarie.doc

Se in fondo ci aspettavamo del salto della barricata di Mastella, ormai in quota centrodestra, non ci aspettavamo invece il cambio di casacca da parte di Antonio di Pietro, che resosi conto dell'acqua salata che comincia ad entrare nelle stive della nave del centrosinistra, ha deciso di passare con il centrodestra e lo fa proprio in occasione della votazione al Senato sulla dismissione della "Società Stretto di Messina S.p.A" (che avrebbe messo la parola fine sull'opera di costruzione del Ponte) votando con il centrodestra e battendo il centrosinistra.
Dunque basterà rifinanziare la costruzione del Ponte sullo Stretto per andare avanti con l'opera(di cui noi ancora dubitiamo)Ma chi è che ci metterà i fondi, visto che stanno per cambiare le parti economico-politiche?Secondo noi si farà avanti una società finanziaria russa, ma attendiamo conferme...

[1] = Un anno fa, il nolo di una grande nave per trasporto-merci costava 60 mila dollari al giorno, ad agosto, il prezzo era salito a 137 mila.All'inizio di ottobre, è salito ancora: a 227 mila dollari al giorno, fonte Baltic Exchange




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mercoledì 24 ottobre 2007

No alla palestinizzazione della Sicilia



(L'esercito mandatelo a Roma!)

Qualche mese fa abbiamo assistito all'eliminazione in Finanziaria del miliardo di euro per l'importantissima viabilità secondaria destinato a Sicilia e Calabria.
Le direttrici autostradali e ferroviarie del Sud Italia sono tutte Nord-Sud, funzionali solamente allo smercio dei prodotti del Nord Italia verso il Meridione.
Pressochè inesistente invece la viabilità secondaria, ovvero i collegamenti tra le città meridionali che, se esistenti, garantirebbero un sicuro sviluppo economico.
Si può dire che l'unica vera autostrada del Sud è l'insufficiente Napoli-Canosa di Puglia

Dopodichè il centrosinistra, ovvero il governo delle massonerie, ha decretato la chiusura incondizionata dell'autostrada A3 Salerno-Reggio C., vedi nostro editoriale: "Arriva la ritorsione del centrodestra nei confronti della sinistra rea di voler isolare logisticamente la Sicilia"Oggi invece assistiamo alle sempre più insistenti richieste che vogliono l'invio dell'esercito in Sicilia, ma quello per cui ci siamo davvero rammaricati è stato l'apprendere che la proposta per tale azione militare, sia stata avanzata in primis da Rita Borsellino, leader dell'Unione in Sicilia, sorella del magistrato ucciso dalla mafia.Ci siamo chiesti come mai da quando Rita Borsellino(la cui onorabilità è per noi garantita al 100%) ha scelto di seguire la strada della politica, si sta beccando un sacco di critiche anche dai movimenti sicilianisti (e non solo dall'elettorato di centrodestra) i quali le rimproverano il fatto di non essersi schierata, in occasione delle passate elezioni regionali, con un partito indipendente, ne di aver fatto almeno una lista civica senza apparentamenti con le forze di maggioranza e di opposizione.Probabilmente la Borsellino è caduta nel tranello della sinistra "anti-mafia" che si è assunta questo titolo in maniera ingiustificata ed immeritata.Ricordiamo volentieri a Rita che in passato, sia il centrodestra che il centrosinistra, hanno fatto accordi con la mafia e che dunque quella dell' "anti-mafia" è senz'altro una trovata elettorale.Sappiamo troppo intelligente la Borsellino, per cadere con questi sgambetti ed allora dobbiamo pensare, ahinoi, che abbia scelto questa via spinta da desideri di vendetta, contro quel centrodestra che, secondo la "voce dei giornali", è vicino politicamente alle cosche.Dunque la vendetta come unico scopo, senza pensare prima alle fondamentali necessità dei siciliani?Speriamo con tutto il cuore che la Borsellino smentisca presto quanto asseriamo, fondando un proprio partito o lista che non abbia alcun legame con le coalizioni nazionali.Nel frattempo però l'idea della Borsellino(?) di inviare l'esercito in Sicilia va avanti e viene continuamente rilanciata dai media vicini al centrosinistra e da quelle personalità che hanno fatto dell'antimafia una moda, se non un affare (vedi articolo) come ci racconta un ex componente del famoso gruppo di Locri "Ammazzateci tutti"http://blogalladeriva.blogspot.com/2007/10/e-adesso-finanziateci-tutti.htmlPeccato però che anche in questo caso i dati statistici in merito alla criminalità, vanno contro all'infelice idea di Rita, infatti dalle statistiche degli ultimi anni si evince che i crimini mafiosi sono discesi vertiginosamente in Sicilia ed adesso la nostra regione si trova ultima in classifica per quanto riguarda le regioni meridionali, venendo addirittura sorpassata perfino dal "civile" Settentrione d'Italia sultema della sicurezza.

A che serve dunque, l'esercito in Sicilia?

Noi pensiamo che il vero fine di quest'azione sia di mettere il fiato sul collo al Governo Autonomo della Sicilia, nel tentativo ultimo di impedire l'adeguamento del comparto logistico-infrastrutturale della Sicilia, come abbiamo già anticipato in altri editoriali.Ovvero impedire che la Sicilia assuma una posizione internazionale di rilievo, che metterebbe in ombra quella delle decadenti regioni del nord.E' notizia di ieri, lo stabilimento della multinazionale Socotherm, nei pressi di Modica-Pozzallo(RG), leader mondiale nel rivestimento protettivo di tubazioni per l'estrazione ed il trasporto di petrolio, acqua e gas.(vedi articolo)http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanza\dettaglio_news.tpl&del=20071022&fonte=TLB&codnews=661Ciò dimostra ancora una volta come la Sicilia sia attualmente oggetto di forti investimenti ed interessi economici che, il centrosinistra filo-massonico e filo-nordista sta cercando in tutti i modi di impedire.Inoltre questo importante investimento nella provincia di Ragusa, conferma in pieno le nostre previsioni per un forte sviluppo economico ed un elevato interesse strategico la provincia Iblea: rileggi nostro editoriale
A quali rischi può incorrere la Sicilia con l'esercito sul proprio suolo?
Una tale perdità di sovranità per la nostra regione, potrebbe innanzitutto fermare definitivamente ogni progresso per quanto riguarda l'adeguamento del comparto logistico e delle infrastrutture isolane al nuovo assetto strategico del Mediterraneo, che vede la Sicilia come hub del Mare Nostrum, per le grandi navi container e per le materie prime che vengono dal Medio e dall'Estremo Oriente.Adesso che anche il prezzo[1] del trasporto navale è salito alle stelle, l'affare si fa ancora più lucroso ed avere in Sicilia una base logistica ampia, ma soprattutto affidabile, significa avere una fonte di sicuro sviluppo economico, ma anche controllare l'Italia e mettere le mani sull'Europa.Inoltre un eventuale forza militare sul nostro territorio potrebbe essere vittima di "false-flag", ovvero attentati attributi alla mafia, ma in realtà compiuti da forze occulte governative per screditare ancora di più i siciliani e per bollarli definitivamente come "tutti mafiosi"Ma noi sappiamo benissimo che la vera cupola si trova da sempre al Nord.Per questo dobbiamo resistere e smascherare questi subdoli e meschini tentativi utili solo per non far mai alzare la testa ai siciliani, ed è per questo che non passa giorno che qualche testata giornalistica vicina politicamente al centrosinistra non esca fuori un articolo infamante nei confronti del sud, come questo che si può leggere qui:http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/gangster-tavola/gangster-tavola/gangster-tavola.html


[1] = Un anno fa, il nolo di una grande nave per trasporto-merci costava 60 mila dollari al giorno, ad agosto, il prezzo era salito a 137 mila.All'inizio di ottobre, è salito ancora: a 227 mila dollari al giorno, fonte Baltic Exchange

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domenica 21 ottobre 2007

A tutti coloro i quali si avvicinano per la prima volta alla Causa per la Sicilia.

Così come tanti altri fortunati amici, il mio rapporto con la storia borbonica è diviso in due periodi e cioè: Ante 2007 e Post 2007.

1° Periodo (Ante 2007) : Per la maggior parte degli italiani, quello che si sapeva (e si sa tutt'ora) dei Borbone e del Regno delle Due Sicilie è ciò che abbiamo appreso ed imparato nelle Scuole dello Stato Italiano e cioè: i Re delle Due Sicilie erano tutti "tiranni affamatori", mentre i Savoja, re della "malarazza"[1] erano tutti galantuomini, prodighi verso il Popolo e Portatori di Libertà.

Ed ancora, il Regno Delle Due Sicilie, era il regno dell'ignoranza, delle vessazioni, dello sfruttamento, della miseria più nera, della disoccupazione della disperazione e della oppressione totale, dove i sudditi non avevano alcuna libertà e nessuna speranza di vivere una vita decente; il Piemonte invece era il Regno delle Libertà, del benessere, la disoccupazione era quasi sconosciuta ed i re piemontesi erano prodighi di tutto verso il popolo ed apportatori di libertà per i poveri oppressi negli altri Stati dell'Italia di allora (Ducati, Granducati e soprattutto, il povero Lombardo-Veneto schiacciato sotto l'odiato tallone Austro Ungarico) e quindi meritevole di Libertà.

Ma tutti coloro che avevano un pò di buonsenso, intelligenza e curiosità, si chiedevano come fu possibile che un migliaio di uomini(i garibaldini) male armati e non abituati alla guerra sui campi di battaglia, avesse sconfitto il temuto esercito delle Due Sicilie, forte di 50.000 uomini, una flotta navale seconda soltanto, per modernità ed efficienza, alla "perfida Albione"[2]. Ebbene i nostri ineffabili insegnanti (sic) di Storia, a questa domanda ci hanno sempre risposto candidamente: "Perchè 1000 eroi al comando dell'Eroe dei Due Mondi valevano e valsero più dell'esercito e della flotta del Regno delle 2 Sicilie, ma, soprattutto, fu il popolo in rivolta verso l'oppressore borbonico a permettere la fine del Regno delle Due Sicilie.

Risposta, per noi ex studenti, plausibile anche se poco convincente. Questa è la storia insegnata nelle scuole italiane.

2° Periodo (Post 2007) : Bighellonavo su Internet, quando la mia attenzione fu attirata dalla recensione del film "Li chiamarono Briganti" che mi lasciò alquanto perplesso, in quanto contrastava completamente su quello che io reputavo fossero i briganti e cioè volgari banditi fuorilegge assassini meritevoli di galera e fucilazione.

Procuratomi, con non poche difficoltà la copia del predetto film, non riuscivo a capire come fosse sfuggito a me che amo i film avventurosi, un film diretto da un grande regista (Pasquale Squitieri) e con un Cast eccellente con Enrico Lo Verso, Claudia Cardinale e tanti altri bravissimi attori).

Visto il film capii il perchè non conoscevo quel film.

Non lo conoscevo in quanto essendo un film dal contenuto devastante sulle conoscenze storiche di intere generazioni, di quì l'oblio, se non addirittura l'ostracismo.

I dubbi e le perplessità storiche creatimi dalla visione del predetto film, mi hanno portato ad effettuare personali ricerche, che mi hanno permesso, e mi stanno permettendo da "autodidatta" di farmi una mia idea tutta personale di come sono veramente andate le cose in quel periodo, chiamato poi (dai savoiardi-massoni-liberal-repubblicani-anticlericali-filoinglesi) Risorgimento, e sulle cause e la fine del Regno delle Due Sicilie.

Consiglio, quindi, vivamente la visione di questo film, se si vuole avere un punto di partenza, prima di addentrarsi nella ricerca della VERITA' in un periodo storico affascinante, avvincente, ma soprattutto "tutto da scoprire"

Non avrò la presunzione di "dirvi" come sono andate le cose, in quanto non ho nè titoli, nè patenti per poterlo fare, ma vi suggerisco di approfondire questo discorso e capirete la "malafede e la vigliaccheria" di quegli "italiani" che hanno fatto l'Italia, ma capirete soprattutto "come è stata fatta l'unità d'Italia".

Capirete da soli chi erano "veramente" quelli che tutt'oggi celebriamo come eroi e grandi uomini gente come Cavour, Mazzini, Crispi, Giolitti, Vittorio Emauele II, la perfida Albione ovvero i brutali "Mandanti" dell'assassinio del Regno delle Due Sicilie e gli "Esecutori" Garibaldi, Bixio e la loro banda di mercenari prezzolati.

Lo Stato Italiano è colpevolemente in malafede, ma è stata soprattutto la vigliaccheria di detto Stato che ha nascosto i propri errori, ad aver aperto in me una ferita difficilmente rimarginabile e cioè la diffamazione, la demonizzazione, la ridicolizzazione e la distruzione scientifica e sistematica di un Regno Millenario.

Ma almeno speravo (Albione docet) che allo sconfitto si concedesse almeno "l'onore delle armi", che non c'è mai stato e questo fatto mi ha portato ancora una volta a chiedere, domandare fin quando da uno Storico ho appreso che "non si può concedere l'onore delle armi all'esercito di uno Stato Sovrano attaccato senza nemmeno una dichiarazione di guerra" e poi, mia considerazione, non credo che l'esercito sconfitto avesse accettato l'onore delle armi da parte di una ciurma di pirati e con un atto di pirateria internazionale.

Cercate, domandate, ma soprattutto leggete......ci sono libri...saggi e testi scritti da storici e scrittori, non facilmente reperibili, ma ci sono, anche se pochi, editori coraggiosi che pubblicando questi testi, ovviamente a loro spese, vi permetteranno di vedere l'altra faccia della medaglia. Internet si è rivelata un enciclopedia digitale formidabile.

A chi persegue un sincero ideale per la propria terra, ai simpatizzanti neoborbonici e a tutti gli amanti della verità, io siciliano di fede borbonica, non voglio, ne auspico la secessione o il ritorno ai Borbone, troppa acqua è passata sotto i ponti, ci sono state due guerre mondiali dove ogni uno di noi ha avuto dei caduti in nome di quell'amara bandiera tricolore che tuttavia oggi rispettiamo.
QUELLO CHE VOGLIO E' LA RISCRIZIONE DELLA STORIA e rendere il giusto onore alla Dinastia Borbone, i Re delle Due Sicilie, ma soprattutto giustizia, onore e riconoscimenti, per i soldati tutti e per gli Ufficiali fedeli fino alla fine, caduti rispettandp un solenne giuramento al Re Borbone...... ed a una bandiera.......quella borbonica.

Pino Marinelli

[1] malarazza= i Savoia

[2] Perfida Albione= dispregiativo per indicare l'Inghilterra


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giovedì 4 ottobre 2007

Il Bastone Siciliano

Chi ha detto che le arti marziali provengono esclusivamente dall’Asia o che le vere tecniche di combattimento, dai nomi incomprensibili ed altisonanti, devono per forza essere esercitate da uomini con gli occhi a mandorla come spesso si vede in TV?
Siamo in Sicilia, intorno all’anno 1200 d.C. e fa le sue “prime mosse” quella che sarà l’unica arte marziale sviluppatasi in Italia e forse anche una delle più antiche d’Europa.

Il bastone utilizzato è lungo circa 1,20 metri, ed è ricavato da legno d’ulivo, arancio amaro, sorbo o dalla rossella, raccolto in precisi periodi dell’anno.La lavorazione prosegue ed il bastone è trattato e passato al fuoco per essere pulito, raddrizzato e asciugato.Lo strumento finale è molto leggero ed al contempo resistentissimo ai colpi più duri, anche se sbattuto violentemente sul cemento. Esso può avere dei noduli molto consistenti che sono utilizzati per fratturare la zona ossea colpita in piccoli punti specifici.

I vecchi raccontavano che il bastone per essere ultimato, veniva messo a stagionare per un certo periodo sotto il chiaro di luna; una volta completo, un colpo ben assestato era capace di spezzare la lama di una spada. Un’altra leggenda narra del viaggio di un Re, la cui scorta fu attaccata da un’orda di banditi, mentre si trovava in una zona impervia della Sicilia; proprio quando la guardia reale stava per avere la peggio, ecco che scende dai monti un pastore armato di bastone, che sbaraglia e mette in fuga gli assalitori.

Questa disciplina di combattimento è stata da sempre utilizzata da contadini e da pecorai come strumento di lavoro e come arma di difesa contro occasionali assalitori, o animali selvaggi. Inizialmente non esisteva una tecnica ben definita, che andò delineandosi nel 1600 e fu da subito utilizzata nei duelli d’onore tra pastori o contadini, ma spesso coinvolgeva anche ricchi proprietari terrieri, affascinati da questa nuova arte sia perché permetteva di difendersi da un coltello, sia per semplici scommesse. Poi, con l'avvento delle armi da fuoco, la funzione di difesa del bastone venne a mancare, ma restò il suo impiego nei duelli d'onore. Oggi il bastone è presente soprattutto nella Sicilia orientale, a livello di arte tramandata da padre in figlio, da amico ad amico, sui monti e nei luoghi scarsamente popolati, dove ancora i giovani non sono distratti dai problemi della società industriale.

Il bastone siciliano comprende vari stili denominati "Tirate".

La tirata ruotata e la fiorata sono tra i più diffusi.

Un'altra scuola collocata geograficamente nell'area di Messina, usa il bastone con una sola mano, come un fioretto, ma non è ritenuta molto efficace perchè nelle parate c'è il rischio che il bastone cade di mano.

Nelle scuole maggiori, invece, il bastone è maneggiato con due mani, con movimenti rotatori continui chiamati mulinè e solo occasionalmente è utilizzata con tecniche offensive di stoccata, con una sola mano. Il mulinè eseguito a due mani, difende tutta l'area intorno al corpo (un po' come un'elica), tenendo lontano gli aggressori. Questa fase difensiva è completata da attacchi alla testa, colpi laterali al viso, puntate allo sterno, alla gola ed al basso ventre, tutti mortali. La tirata insegna anche un suo particolare modo di spostarsi e camminare, assecondando appieno la tipologia del terreno su cui ci si trova (campagna, pavimento di piastrelle, sabbia, selciato bagnato etc...), spesso richiama la danza e s’ispira ai movimenti dei pupi siciliani.

Un elemento importante di questa scuola è il figurismo. Il figurismo è una sequenza obbligata di figure (posizioni) che anticipano il combattimento, rendendolo il più difensivo possibile ed al contempo ne caratterizzano lo stile adottato.

Si sa per certo che esiste una versione napoletana del Bastone che differisce dalla versione siciliana per la sua misura ridotta e per la tecnica che privilegia colpi a corto raggio, corpo a corpo e chiusura. Si utilizza molto per comprimere alcuni punti dolorosi del corpo che paralizzano letteralmente chi li subisce. Nella scuola napoletana non vi sono tecniche spettacolari (vedi i maneggi del bastone siciliano). Utilizzare il bastone napoletano è un po' come maneggiare un coltello.

Oggi l’arte del bastone è conosciuta con il nome “Liu-Bo”, dal cinese “bastone di Leo”, in onore del maestro Letterio Tomarchio, che è riuscito a farla diventare un’arte marziale famosa e riconosciuta.

Il sig. Tomarchio insegna il Bastone siciliano nella sua palestra di Giarre(CT) ed ha aperto anche un sito internet: www.liu-bo.it

Racconta dal suo sito:
"Un giorno mio padre, mentre eravamo riuniti in famiglia, mi raccontò che da
giovane anche lui aveva imparato le tecniche che servivano come arma di difesa e
offesa cavalleresca, il "bastone siciliano". Lo pregai di farmi vedere qualcosa,
e m’illustrò alcune tecniche che ricordava. Notai subito, oltre al lato
spettacolare, che mio padre, all'età di circa sessanta anni, con un manico di
scopa, annullava tutti gli attacchi che io, giovane, insegnante di Judo e
conoscitore di Jujitsu, Karate, Aikido, tentavo di portare"


Davide Cristaldi


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mercoledì 3 ottobre 2007

Se muoio di cancro è stato un omicidio

I gravi problemi causati dalla petrolchimica siracusana


L’impressionante traffico di navi petroliere e militari nella rada di Augusta.

Se provate a chiedere ad un italiano se ha mai sentito parlare degli impianti petrolchimici siracusani, una risposta di sbigottimento è garantita, d’altronde anche i siciliani hanno difficoltà a raccapezzarsi, se escludiamo chi ha la sfortuna di viverci vicino o chi si è trovato a passarci davanti.
Ciò avviene perché i mezzi di informazione, nazionali e locali, hanno sempre taciuto su quello che avviene in questa splendida zona della Sicilia, e quando proprio non ne potevano fare a meno, hanno minimizzato.

Ciò avviene perché i mezzi di informazione, nazionali e locali, hanno sempre taciuto su quello che avviene in questa splendida zona della Sicilia, e quando proprio non ne potevano fare a meno, hanno minimizzato.


Nel triangolo della morte Augusta–Priolo–Melilli sono presenti ben 49 raffinerie con annesse centrali termoelettriche, di proprietà delle aziende Erg, ENI, Esso. Le sole strutture della ERG occupano un territorio di 320.000 mq. La benzina ivi distillata è pari al 40% del fabbisogno italiano.

Inutile parlare delle migliaia di casi di tumori e malformazioni. Chi ha avuto la sorte di nascere nella zona, è vittima della cecità di chi ha creato un’industrializzazione senza sviluppo.

Per fortuna, sono in tanti oggi che, all’ombra dei media, lottano affinché questa zona dimenticata d’Italia sia illuminata dalla giustizia. Un esempio è Don Palmiro Prisutto, coraggioso parroco di Augusta, il quale non accontentandosi delle prediche domenicali, ha deciso di creare un sito, http://www.terremotodeisilenzi.it/, da dove combatte quotidianamente contro l’Omertà di Stato, raccontando che il forte terremoto che colpì la Sicilia orientale il 13 dicembre del 1990, oltre a provocare vittime a Carlentini, devastò Augusta e Melilli.

A seguito del sisma, e considerata l’ingombrante presenza del petrolchimico (o forse dovremmo dire “l’ingombrante presenza dei paesi”?) qualcuno spostò l’epicentro del terremoto di qualche km…

Per questo, quando Don Palmiro ripone i panni del prete nel cassetto, indossa una maglietta con una scritta provocatrice: "Se muoio di cancro è stato un omicidio".

Ovviamente oltre al danno ci sono sempre le immancabili beffe: 50.000 miliardi delle vecchie lire è da anni l’oggetto del contendere tra lo Stato e la Regione Siciliana, per via di presunte royalties non pagate, che sono altresì previste dallo Statuto Autonomo.

A questa beffa, si aggiunge che in Sicilia il prezzo delle benzine alla pompa è più alto in media di 1,5/2 centesimi rispetto ad una pompa di Milano; inoltre i fortunati abitanti del varesotto e del comasco, tra le province più ricche d'Italia, usufruiscono della “carta sconto benzina” che permette una riduzione del prezzo fino a 15 centesimi al litro.




Agli abitanti della provincia di Siracusa viene negato qualsiasi sconto...


Alla Borsa Elettrica il costo del megawattora in Sicilia è maggiore di circa 7 euro rispetto a quello prodotto al Nord, ed in assoluto il più caro d’Italia.

Se quanto scritto ancora non bastasse a scandalizzare, allora bisogna dare un’occhiata alla lista dei nuovi inceneritori e rigassificatori approntata dal governo, e scoprire che tra i siti prescelti figurano le città di Priolo e Melilli

Infine, gli USA, che dimostrano di avere della parola sicurezza una concezione del tutto particolare, hanno impiantato ad Augusta, con l’ovvio benestare del governo italiano, un presidio militare, Base della Sesta flotta e deposito munizioni.



La costa da cui si affacciano i petrolchimici è talmente vasta (linea rossa) da essere necessaria una foto satellitare per inquadrarla tutta. Augusta (freccia verde)



Al danno biologico provocato dalle presenza di tali raffinerie, si somma poi quello del malaffare e della noncuranza: ad esempio nel 2001 vengono ritrovati (incredibile!) sotto gli uffici della ENICHEM decine e decine di fusti contenenti rifiuti a base di fanghi mercuriosi.

Le falde acquifere di Priolo sono terribilmente compromesse a causa di perdite dalle cisterne di idrocarburi, la presenza di benzene nell’acqua è ormai rivelabile anche all’olfatto e nei pozzi più inquinati non è raro che l’acqua si incendi.

Anche la qualità dell’aria è pessima e le varie centraline dislocate sul territorio non fanno che rilevare record su record di polveri sottili e varie sostanze nocive alla salute.

Davide Cristaldi

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martedì 2 ottobre 2007

Lo splendore di Noto durante il Regno delle Due Sicilie




(in alto) Il Teatro comunale voluto dall'ultimo intendente alla provincia di Noto il Cav. S. La Rosa
(in basso) Chiesa del SS.Salvatore, prediletta dai sovrani borbonici


Verso la fine del settecento Noto, uno dei centri più importanti del Val di Noto, distrutta dal tremendo terremoto del 1693, risorge a nuova vita e il suo piano urbano è definito. Si conclude una meravigliosa fioritura architettonica che ha visto impegnati ben tre generazioni di architetti e d abili artigiani. Riprende pian piano la vita di ogni giorno. La dinastia Borbonica salita sul trono di Sicilia, contribuisce alla rinascita economica della città con un gran numero di concessioni e privilegi.

Particolare importanza assume l’istituzione da parte di Carlo III del “Consolato del Commercio (1748) con giurisdizione su ben 13 comuni del Vallo " i campi della nuova città irrigati dal fiume Asinaro sono oltremodo fruttiferi e ricchi". Rifioriscono in questa fase le tradizioni culturali e torna a riunirsi l’Accademia dei trasformati, mentre il barone Antonino Astuto crea un museo con medagliere, biblioteca e pinacoteca, vanto della città e meta di numerosi studiosi. Nel 1788 Noto ottiene grazie alla liberalità di Ferdinando I il riconoscimento del Titolo ed Onori di Senato per il Magistrato urbano. Nel 1813 ottiene il Distretto militare con la presenza di una compagnia. Il 13 agosto 1837 l'Alto Commissario, Marchese Del Carretto ordina il trasferimento a Noto del Capoluogo e dei tribunali, nominando intendente provvisorio il Marchese di S. Alfano, Pietro Lanolina. Il 23 successivo, Ferdinando II ratifica l'operato del suo ministro. La gratitudine della città è subito pronta e si chiede il permesso di realizzare una statua al Re (7 settembre 1837). La statua del Re, in figura di Imperatore romano, viene commissionata a Tito Angelini, e posizionata di fronte a palazzo Landolina, nel quale la coppia reale per ben tre volte (1838 –1844) viene a dimorare ospite dei Marchesi di S. Alfano (in storia della città di Noto di S. Russo Ferruggia c'è la bella descrizione delle visite reali “Le loro maestà entrarono a Noto all’ora una e mezza pomeridiana. Smontarono da carrozza a piè della gradinata del Duomo dove ad attenderli stavansi i magistrati, le autorità tutte, il capitolo e il popolo in festa”). Noto abbellisce il suo volto costruendo all'ingresso della città la Porta Reale così chiamata perché fatta costruire in previsione della prima visita a Noto del re Ferdinando II. Vengono livellati il Corso " Il Cassero" e l'attuale via Cavour per collegare meglio la parte bassa della città con la parte alta. Nascono istituzioni culturali con il bene placido dei Borbone: la Banda Musicale nel 1840; la Biblioteca nel 1847; il Liceo voluto dall'intendente della provincia Salvatore La Rosa nel 1849. Viene costruito lo scalo di Calbernardo di cui si intuisce la necessità e l’importanza per il rilancio del commercio. In quegli anni Noto, appagando la sua antica aspirazione, diventa Sede Vescovile con la bolla “Gravissimum sane” del 15 maggio 1844 di Gregorio XVI e la chiesa madre diviene Cattedrale con giurisdizione su 14 comuni, il primo vescovo Mons. Menditto 1844-1850 stabilisce la sua sede in S. Maria dell'Arco. In questi giorni 6 ottobre 2007 Mons. Mariano Crociata è stato solennemente ordinato "Decimo Vescovo della diocesi di Noto". Il Cavaliere La Rosa fu, anche, promotore della costruzione del Teatro Comunale che vede la luce nel 1860. Per non parlare del sistema stradale che prima dei Borbone era costituito da semplici "trazzere" piste naturali, fu l'amministrazione Borbonica ad avviare, non solo a Noto ma in tutta la Sicilia, un piano di costruzione di strade carrozzabili dando così inizio alla realizzazione della rete stradale siciliana. Uno degli esempi più belli, nella zona di Noto, è la strada che collega Noto con Palazzolo Acreide dove c'è un bellissimo ponte dell’ottocento chiamato popolarmente " Ponte di Castagna" ( Maggiori notizie su questi aspetti si trovano in "Contributi alla Geografia Storica dell'Agro Netino" atti delle giornate di studio promosse dall’I.S.V.N.A , Noto Palazzo trigona 29-31 maggio 1998). E’ quindi grazie all’amministrazione borbonica che Noto gode del periodo di maggiore prestigio nei tempi moderni, ascesa e che è legata alle fortune della dinastia. Con l’unità di’Italia il parlamento di Firenze, mettendo il luce la grande fedeltà di Noto alla monarchia borbonica, vota il trasferimento del capoluogo a Siracusa con lo spostamento definitivo dell’asse politico."


Corrado Arato



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lunedì 1 ottobre 2007

Santo Versace, Sciacca(AG) ed il Regno delle Due Sicilie


E' fruibile, da oggi, su Youtube, l'intervista fatta da (TRS) TeleradioSciacca a Santo Versace, nella quale è possibile sentire un piccolo accenno fatto dal famoso stilista al Regno delle Due Sicilie.
I tempi cominciano a cambiare?


Pino Marinelli
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