mercoledì 30 aprile 2008

Le nuove strategie di Raffaele Lombardo.



Che il leader dell'MPA avesse fiuto politico da vendere, ce ne accorgemmo già durante le ultime elezioni comunali a Catania, quando presentò 4 liste civiche che da sole procurarono oltre il 20% dei voti e furono determinanti per le elezioni dell'ex sindaco Scapagnini.

Da allora abbiamo assistito ad una incessante escalation politica per il leader siciliano, che lo ha portato ad essere vice-sindaco di Catania, poi presidente della provincia etnea ed euro-deputato, infine presidente della Regione Siciliana.Certo, nelle fasi iniziali l'appoggio di Berlusconi è stato fondamentale, in quanto un piccolo partito autonomista, che viene scelto come rappresentante delle istanze autonomistiche del Sud in un contesto di territorializzazione politica, ha bisogno di crescere e farsi le ossa all'interno di una forte coalizione.

Ma durante le ultime elezioni, che hanno visto un sostanziale raddoppio dei deputati MPA rispetto al 2006, non c'è stato quel boom di preferenze che tutti si aspettavano.Probabilmente il motivo va ricercato nella giovinezza di questo movimento politico e nella questione identitaria, un tasto su cui si doveva battere di più.

Ma se il Movimento per l'Autonomia deve ancora maturare, lo stesso non si può dire per la Lega Nord la quale, forte di 20 anni di militanza e presenza sul territorio, ha ottenuto un risultato al di fuori di ogni previsione, arrivando a scalzare perfino il PDL in alcune città venete.Il partito di Bossi ha ottenuto ben 60 deputati contro gli 8 dell'MPA.Tale sbilanciamento verso settentrione rischia di oscurare, e parecchio, le istanze meridionaliste del movimento autonomista e lo stiamo già notando nei malumori all'interno della maggioranza di governo, attualmente impegnata nella nomina dei ministri.

La Lega, forte del risultato elettorale ottenuto, chiede ben 4 ministri, il resto da spartirsi tra Forza Italia e Alleanza Nazionale, che pur se confluiti nel PDL, vogliono sempre piazzare i loro uomini di fiducia sui posti strategici.Chi ci sta rimettendo da questa situazione è invece l'MPA, che è stato lasciato alla porta e rischia di non ottenere nemmeno un membro dell'esecutivo.

Abbiamo iniziato così a monitorare i movimenti di Lombardo, certi che non sarebbe rimasto con le mani in mano mentre l'intellighenzia padana si accaparrava tutte le poltrone.Probabilmente ci abbiamo visto giusto, infatti allo stato attuale la nomina dei ministri è rimasta in stallo.Crediamo che Raffaele Lombardo abbia fatto valere la sua posizione di Presidente della Sicilia, che come ben sappiamo è la regione più strategica nel panorama politico italiano, bloccando la nomina degli assessori regionali[1].

In particolare Lombardo starebbe rinforzando il vecchio asse con l'UDC in Sicilia (ma non solo lì[2]) per aumentare il suo peso nella bilancia politica isolana. Ma non è finita...Ultimamente abbiamo notato un'insolita insistenza[3] nel chiedere ad Anna Finocchiaro, la candidata avversaria sconfitta alle regionali, di rimanere in Sicilia a fare l'opposizione e non optare per il posto al Senato (è stata eletta in Emilia Romagna)Fatto sta che la leader regionale del PD, mentre all'inizio era decisa per il Senato, adesso sembra abbia quasi cambiato idea(seppure parzialmente) decidendo di rimanere in Sicilia, per "altri 90 giorni"[4]...

Riteniamo possibile che Lombardo stia inviando dei segnali politici a Berlusconi del tipo "se non ci dai un ministro, in Sicilia facciamo accordi con chi vogliamo" con lo scopo di fare pressioni sul leader della PDL, affinchè si decida a concedere almeno un ministero all'MPA, ponendo così un freno alle esuberanti richieste leghiste.Chiaramente anche in virtù dell'ottimo risultato elettorale che il PDL ha ottenuto al Sud, fondamentale per la vittoria alle elezioni nazionali.

Notizia fresca: E possibile che al Senato, MPA ed UDC scelgano un capogruppo unico[5].

Riuscirà Lombardo nel suo intento?Difficile dirlo, di sicuro però la lista dei ministri, che Berlusconi diceva già pronta, è rimasta nelle tasca dei pantaloni.


[1] La Repubblica, 25 aprile 2008 Tempo Stretto, 26 aprile 2008
[2] Il Tempo, 23 aprile 2008
[3] Agenzia AGI, 28 aprile
[4] La notizia lanciata inizialmente da un'agenzia è scomparsa successivamente.
[5] Panorama, 29 aprile 2008

[Leggi tutto...]

martedì 29 aprile 2008

L'affare Alitalia e l'ipocrisia inglese.



Il primo viaggio di Alitalia fu fatto con un trimotore Fiat G12, lungo la tratta Torino-Catania via Roma.
Era il 5 maggio 1947.

Con le gravi difficoltà emerse per salvare la compagnia di bandiera italiana dal fallimento,ci stiamo sempre più rendendo conto di come si stia rivelando una trappola questa Unione Europea, governata dai banchieri.Ma vogliamo fare una premessa ed essere sinceri fino in fondo: questa compagnia non si merita il salvataggio, perchè è stata utilizzata per anni come "ammortizzatore sociale", alla stregua di altre aziende a controllo pubblico, dove la maggiorparte delle assunzioni avviene in base alle clientele politiche.Ma dobbiamo altresì dire che qualcosa deve essere pur fatta, almeno per quei lavoratori e padri di famiglia che si guadagnano il pane in maniera onesta e che di certo non mancano in Alitalia.

In Sicilia chi non si ricorda delle angherie e dei soprusi subiti negli aeroporti di Catania e di Palermo, quando la compagnia di bandiera, operando in regime di sostanziale monopolio, applicava dei prezzi da salasso per raggiungere le mete del nord italia e solo quelle, visto che per raggiungere l'estero, erano pochissimi i collegamenti diretti.Insomma per decenni siamo rimasti isolati, nel vero senso della parola.

Fortunatamente, grazie ad una brillante intuizione dell'imprenditore catanese Nino Pulvirenti[1], nel 2002 nasce la compagnia aerea siciliana low cost WindJet, che grazie alla piena libertà di progettazione delle tratte, al basso costo dei biglietti, si sviluppa in maniera impressionante[2], colmando in buona parte quel gap in materia di trasporto, di cui soffrono atavicamente i siciliani(e non solo)E non è una coincidenza che questa compagnia aerea siciliana si sviluppa proprio all'inizio della forte crisi che ha colpito Alitalia.

Oltretutto il vento può cambiare all'improvviso e bisogna sempre essere pronti ad accorgersene, perchè un'eventuale epilogo sfortunato per Alitalia non significa automaticamente un vantaggio per la Windjet.Perchè se i vecchi proprietari erano più o meno tolleranti con gli aerei di Pulvirenti, ciò non significa che i nuovi non possano mettergli i bastoni tra le ruote.

L'ipotesi Air-France, peraltro sostenuta dalla sinistra, non ci convince perchè, allo stato dei fatti, si tratterebbe di una mera cannibalizzazione di Alitalia con lo scopo di avere un concorrente in meno e di occupare il promettente mercato italiano(soprattutto quello strategico del Sud)Non sappiamo quali potrebbero essere i comportamenti di Ali-France nei confronti della Windjet, di certo Pulvirenti ha occupato un mercato molto ricco e ciò potrebbe fare gola a qualcuno, soprattutto a chi avrebbe i mezzi per scalzarlo, come appunto, un'ipotetica compagnia di bandiera italo-francese, ma che, secondo il piano originario della sinistra, sarebbe sostenuta anche dallo Stato...

Fortunatamente l'offerta Air-France è definitivamente tramontata, infatti con la rielezione del centrodestra è tornata sul tavolo l'offerta della russa Aeroflot[3], grazie agli ormai noti legami, tra Putin e Berlusconi.Tale offerta, è ritenuta da noi la migliore per due motivi:

1) Le enormi riserve di dollari possedute dalla Russia, che dovranno essere convertiti al più presto in beni reali, in quanto il dollaro, sui mercati borsistici, si sta svalutando molto velocemente e chi possiede parecchia liquidità in divisa statunitense non dorme la notte alla ricerca di un modo per libersarsene, oltretutto, questa grande disponibilità economica darebbe all'Alitalia un futuro un pò più roseo.

2) La sicurezza che la Russia non sia ostile nei confronti di Windjet, anzi.La compagnia di Pulvirenti ha investito parecchio nell'ex paese sovietico, infatti ad oggi ben 3 tratte[4] russe vengono servite dagli aerei siciliani.Addirittura le prime due furono aperte in un periodo in cui la parola d'ordine in Europa era isolare in tutti i modi Putin[5]

In ogni caso, l'acquisto dell'Alitalia da parte di Aeroflot era stato da noi previsto e paventato nell'editoriale "Ciò che non riuscì agli inglesi, riuscì a Prodi" perchè ricalca perfettamente la linea dell'espansionismo strategico russo nel Mediterraneo, che vedrà il passaggio dell'Italia(e soprattutto del Sud) dall'area di influenza anglo-americana a quella russa.

Ma come sta reagendo a questa intromissione russa, anche nel settore aereo, l'UE delle massonerie?Malissimo. Da Bruxelles arrivano fulmini e saette nei confronti dell'Italia per via del famoso prestito ponte che il governo italiano dovrebbe concendere all'Alitalia.Tale misura secondo gli eurocrati, "minerebbe la stabilità e verrebbe a mancare il principio della concorrenza" in quanto le altre compagnie, private, "non godono degli aiuti di Stato"E così l'Italia è passibile di sanzioni pecunarie.Le accuse dell'UE sono in parte vere, peccato però che a lanciarle è in realtà la massoneria anglo-americana, che come ben sappiamo, manovra la BCE e gli organi istituzionali dell'UE.

L'ipocrisia dell'Inghilterra

Non ci risulta infatti, che la UE abbia mosso un dito contro la nazionalizzazione della Northern Rock[6] in Inghilterra, banca che si è ritrovata la pancia piena di titoli di mutui sub-prime salvata in extremis dal governo inglese, da una sicura bancarotta.

Non solo, l'Inghilterra risulta l'unico dei paesi fondatori dell'UE a non aver adottato l'euro."E il bello della liberalizzazione", loro si difendono.Infatti i fessi siamo noi, che abbiamo adottato la divisa comune e che paghiamo i mutui con tassi da usura, grazie alla politica rialzista dei tassi della BCE, mentre in Inghilterra, dove hanno ancora la sterlina(ed una banca nazionale) i tassi li hanno addirittura abbassati.Oggi gli inglesi, al contrario di noi, pagano delle rate più basse.

In Inghilterra, dunque, non hanno l'euro, ma chissà perchè posseggono il 15,9764% delle azioni della Banca Centrale Europea[7].Ciò significa che il governo inglese incamera gli utili provenienti dai tassi di interesse sul denaro che la BCE concede in prestito ai governi europei (signoraggio).

Esistono due borse del petrolio al mondo, una si trova a New York e l'altra a Londra.Gli inglesi non hanno mai accettato la proposta di vendere il Brent in euro, che farebbe risparmiare ai consumatori europei un sacco di quattrini, loro preferiscono venderlo in dollari, per fare un favore ai cugini americani.

Insomma questi inglesi si sono dimostrati di essere europei solo a parole, peggio, sfruttano l'Europa, ma ne rimangono fuori, ben sapendo che così come è strutturata è una truffa.Ma questa Europa, in realtà l'hanno progettata loro, i britannici, affinchè potessero continuare la loro opera di razzia imperial-coloniale di ottocentesca memoria, sotto le mentite spoglie dell' Unione Europea.

Mentre scriviamo queste ultime righe, apprendiamo da un'agenzia[8] che due compagnie aeree britanniche, la Ryan Air e la British Airways, hanno presentato un'istanza contro il prestito ponte all'Alitalia.

E' "concorrenza sleale" affermano...


[1] E' anche proprietario del Catania Calcio, di vari alberghi di lusso e di una catena di centri commerciali.
[2] Ha chiuso il 2007 con più di 2,5 milioni di passeggeri trasportati (fonte windjet)
[4] Mosca, S. Pietroburgo e Samara (fonte windjet)
[5] Sospettiamo che Pulvirenti pagò la sua "esuberanza" con il "Caso Raciti" già accennato nell'editoriale "Ciò che non riuscì agli inglesi, riuscì a Prodi"

[Leggi tutto...]

giovedì 24 aprile 2008

Scoperto un antico ospedale borbonico a S.Giovanni Montebello(CT)

Diverse ricerche su internet, la consultazione di testi antichi ed il ricorso alla memoria popolare ci hanno consentito di riportare all'attenzione del pubblico, questo importante edificio di epoca borbonica.

San Giovanni Montebello è una piccola frazione di collina del popoloso comune di Giarre(CT)Nel passato questo piccola paese, grazie alla sua posizione amena, era meta della borghesia di Acireale che amava trascorrere in quelle zone, i periodi di villeggiatura.

Molto probabilmente, sono stati proprio queste importanti persone a fare pressioni, affinchè si costruisse questo ospedale che, in caso di necessità, avrebbe consentito loro le dovute cure.Infatti tale struttura ospedaliera risulta la prima in assoluto dell'hinterland giarrese, perchè il S. Isidoro di Giarre, ancora oggi utilizzato, fu completato solo nel 1866 (anche se riteniamo che il progetto originale sia borbonico)

L'ospedale di S.Giovanni si chiamava “San Pietro” probabilmente in onore del suo fondatore, Don Pietro Privitera Grassi e fu inaugurato nel lontano giugno del 1824."Il pio fondatore, che lasciò una rendita annua di 172 onze per il mantenimento di sei ammalati, si era mostrato particolarmente caritatevole verso i poveri che lavoravano nell’industria di macerazione del lino[1] e della canapa, soccorrendoli con visite mediche e medicamenti".
L’ospedale era retto da una commissione amministrativa formata da tre deputati.

L'edificio si trova alle spalle della Chiesa di S.G. Battista

In un antico testo[2] abbiamo trovato altri cenni sulla struttura che confermano quanto scritto sopra ed in particolare abbiamo scoperto che esiste un Real Decreto di Ferdinando I di Borbone, datato 17 giugno 1823, che approva l'apertura dell'ospedale:


Prosegue dunque in maniera lenta, ma inesorabile la riscoperta dell'epoca borbonica in Sicilia.Ci siamo ripromessi di fare al più presto un sopralluogo e scattare ulteriori foto, nella speranza che salti fuori qualcosa di interessante, come ad esempio qualche antico cimelio borbonico.
Tornate a trovarci.


[1] Durante il Regno delle Due Sicilie erano considerevoli e pregiate le colture e le manifatture siciliane. Per approfondimenti:"Perchè non ci molleranno mai"
[2] Storia cronologica dei Vicerè Luogotenenti e Presidenti del Regno di Sicilia di Giovanni E. Di Blasi - Stamperia Oretea - PALERMO - 1842

[Leggi tutto...]

venerdì 18 aprile 2008

Esiste un rischio fallimento per il Credito Siciliano?


E' quanto emerge da uno scoop del giornalista Maurizio Blondet, anche se la notizia è stata tratta dal Telegraph[1]Un'attenta ricerca all'interno dei quotidiani economici nostrani non ha invece prodotto alcun risultato, si vede che quando si tratta di aziende del nord tutti tengono un comportamento omertoso, pardòn, le bocche chiuse...

Infatti il Credito Siciliano è di proprietà delll'istituto bancario lombardo Credito Valtellinese, ed è proprio a quest'ultimo, che l'articolo del quotidiano inglese si riferiva, e per il quale ci siamo preoccupati.In particolare, secondo il Telegraph, questa banca non avrebbe pagato ai sottoscrittori, i bond in scadenza ad aprile.

"Il Credito Valtellinese è diventata giusto ora la prima banca europea a memoria d’uomo a saltare la redenzione di una sua obbligazione redimibile, sollevando allarme su possibili più gravi problemi nel sistema finanziario italiano"[2]

In pratica, scrive ancora l'ex giornalista di Avvenire, "Il Credito Valtellinese ha dunque mancato di ripagare ai creditori titoli redimibili (callable bond) per 150 milioni di euro, con scadenza al 30 aprile, preferendo pagare invece ai suoi creditori, nelle cui mani ha lasciato quei bond, 160 punti d’interesse in più. I detentori dei bond ricevono interessi più alti, ma non si vedono restituire il capitale. Lo vedranno mai più?

Ecco il dubbio. Le banche europee nell’ultimo decennio hanno raccolto immense quantità di denaro spacciando questi bond, note in banca come LT2 e nel gergo come «callable note», ossia obbligazioni richiamabili, perchè le banche debitrici hanno l’opzione di ripagarle prima della scadenza, a date prefissate.

Gli investitori considerano queste obbligazioni meno rischiose, proprio perchè si aspettano di vedersele ripagare ad una data previa, anzichè aspettare la data di maturazione, più lontana.

In tempi normali, nessun problema: la banca ripaga l’emissione e allo stesso tempo rinnova un’altra emissione di pari importo, che viene subito comprata dal mercato perchè i «callable bond» sono considerati sicuri. Ce ne sono anzi di «perpetual», nel senso che non hanno dato di espirazione: vengono rimborsati a date fisse, altrimenti l’investitore riceve interessi più alti (ma non vede più il capitale).

Tutto lo spaccio dei callable bond si basa sul fatto che le banche optano per il pagamento anticipato a date fisse. E’ questo che li rende negoziabili.

Ma ora il Credito Valtellinese ha rotto i ranghi, per la prima volta a memoria d’uomo, mettendo a rischio anche questo mercato. Perchè?

E’ ovvio: preferisce pagare un interesse di 160 punti-base superiore, perchè comunque è inferiore a quello che dovrebbe pagare per rifinanziare quel suo debito. Con il mercato del credito interbancario alle stelle, diventa più costoso ripagare il debito che pagare la penale. Intanto, il rischio della «estensione» (di due obbligazioni identiche, la più rischiosa è quella a scadenza più lontana) è tutta a carico dei clienti creditori acquirenti del bond.

Le banche europee non hanno finora mai mancato una redenzione, perchè tutto il trucco della sicurezza e negoziabilità dei bond si basa su quello. Ma ora il Valtellinese ha inaugurato una tendenza, che quasi sicuramente troverà imitatori.

Le banche europoidi hanno in scadenza quest’anno 8 miliardi di euro di queste callable note, e certo non hanno alcuna voglia di raccogliere capitale ad alto costo per ripagarle, in tempi come questi. Pagheranno interessi più alti, ma non il capitale che si sono fatti prestare dagli investitori. Probabilmente mai più.

Certo, le banche perdono in reputazione. Quella reputazione che si suppone salvaguardi i risparmiatori: non possono allarmare i detentori di quei bond saltando una data di redenzione, altrimenti la prossima volta che chiederanno soldi al mercato riceveranno sputi in faccia.

Ma la reputazione delle banche è già a terra, visto che le banche stesse si domandano interessi esosissimi per prestarsi denaro a vicenda, ben conoscendo l’insolvenza virtuale l’una dell’altra.
Quanto a tornare a chiedere soldi sul mercato, sanno perfettamente che non se ne riparlerà per molti, molti anni. Così, tranquillamente, vengono meno ai patti. Con la tacita complicità dei «grandi» media, di Draghi, della Banca Centrale Europea.

Ci saranno politici abbastanza coraggiosi da strappare il comando a questi mascalzoni in completo scuro?"

Che si stia per verificare anche in Italia ciò che successe alla banca inglese Northern Rock a causa della crisi dei tristemente noti "mutui sub-prime"?
Infatti i lettori ricorderanno quando qualche mese fa gli sportelli delll'istituto di credito inglese furono presi d'assalto da correntisti per chiudere i propri conti correnti in quanto temevano di perdere i propri risparmi.

Cosa successe poi?La Northern Rock fu nazionalizzata, alla gran faccia del liberismo inglese e della BCE, la quale in questi giorni ci sta con il fiato sul collo, e ci continua a dire che il governo italiano non può fare più prestiti all'Alitalia per "questioni concorrenziali"...




[1]Telegraph, 16 aprile 2008
[2] Effedieffe

[Leggi tutto...]

giovedì 17 aprile 2008

Putin e Berlusconi sono già al lavoro


Il leader del PDL non ha ancora finito di festeggiare l'elezione, che si è già incontrato in Sardegna, con il presidente russo Vladimir Putin.I nostri lettori, soprattutto quelli che ci leggono da più tempo, avranno già capito quali saranno i temi principali dell'incontro, soprattutto se hanno già saputo che il presidente russo si trovava su un volo proveniente da Tripoli...

Putin, guardacaso, è stato anche il primo a congratularsi con Berlusconi per la vittoria alle elezioni, come ci racconta questa agenzia de Il Tempo, mentre quest'altra, che proviene dalle colonne de Il Quotidiano Nazionale, conferma quanto pre-annunciato nel nostro editoriale "Vicino l'accordo Gheddafi-Putin, per l'hub del gas è quasi fatta" infatti i due presidenti parleranno del gasdotto Green-Stream, da cui passa il gas libico, via Sicilia.

Tale gasdotto, rappresentava l'anello mancante dell' "HUB del GAS del Sud Italia", progetto che sul nostro sito ha da sempre largo spazio e che ancora pochissimi hanno realizzato, ma che rappresenta la vera novità nel panorama economico dell'Italia meridionale, ma anche dell'area Euro-Mediterranea.



Il progetto russo dell'Hub del Gas del Sud Italia.


La linea rossa rappresenta la pipeline "Soutshtream", che partendo da Novorossyisk, porto russo sul Mar Nero, transiterà da Bulgaria e Grecia per approdare ad Otranto(LE)Gli accordi relativi al transito del metano sono stati a suo tempo conclusi con Sofia[1] ed Atene[2].Inoltre è probabile che Silvio Berlusconi sarà nominato dai russi, presidente del consorzio Southstream[3].

La linea blu rappresenta la pipeline "Transmed" che convoglia il gas algerino in una conduttura che attraversa la Tunisia, si inabissa nel Canale di Sicilia per riemergere a Mazara del Vallo(TP)Anche in questo caso esistono dei recenti accordi tra la società russa Gazprom e la Sonatrach Algerina[4].

La linea verde rappresenta la pipeline "Greenstream" che porta il metano libico a Gela, in Sicilia e per il quale Putin ha da poco siglato l'accordo con Gheddafi e con l'ENI.

Ci auguriamo che Putin, Berlusconi e Raffaele Lombardo, sappiano sfruttare appieno questa opportunità, che consentirà alle Due Sicilie di diventare il punto di riferimento mediterraneo per l'importazione del gas ed il rifornimento strategico dell'Europa, operazione che ridarà alle nostre regioni meridionali parte di quel prestigio internazionale (ma anche di ricchezze) di cui godevano i nostri antenati, al tempo del Regno delle Due Sicilie.

Ed adesso sotto con il "Polo logistico delle merci del Sud Italia", che ha già il suo Terminal a Gioia Tauro (RC) e grazie al quale, diventeremo il rubinetto, il passaggio obbligatorio, di tutti i prodotti che dalla Cina arrivano in Europa.


[1]La Repubblica, 18 gennaio 2008.
[2]La Repubblica, 18 dicembre 2007.
[3]Agenzia Apcom, 23 novembre 2007.
[4]La Repubblica, 8 agosto 2006: In quell'occasione il ministro del centrosinistra, Bersani, si disse preoccupato...

[Leggi tutto...]

mercoledì 16 aprile 2008

Le novità della "Terza Repubblica": territorializzazione della politica e neo-ascarismo.

Leggendo i tabellini dei risultati elettorali sembra che sia successo il finimondo.Berlusconi che ottiene la maggioranza assoluta con la sua coalizione, la sinistra-arcobaleno, contenitore partitico in cui sono confluiti i comunisti e gli ambientalisti, si affossa e scompare completamente dall'arco costituzionale, come non era mai successo. Idem per i socialisti.

Ma se le elezioni politiche per la Sinistra sono stati una vera e propria disfatta, si deve invece parlare di rotta per le elezioni regionali in Sicilia, dove il partito guidato da Rita Borsellino, non è riuscito a superare nemmeno la soglia di sbarramento del 5%(che nella nostra regione è parecchio alta) e quindi non è stato eletto alcun deputato rosso all'ARS(Assemblea Regionale Siciliana)
Non appena certa la debàcle della sinistra radicale, i giornalisti si sono sbizzarriti nell'indicarne le possibili ragioni, mentre i dirigenti politici si sono affrettati a giustificarsi, indicando in Veltroni il colpevole, "che, per il suo egoismo, ha consegnato il paese a Berlusconi"Stesso flop, e conseguente presenza extraparlamentare, ha subito il partito de La Destra di Storace, ma quest'ultimo aveva la giustificazione di essere nuovo del panorama politico senza dimenticare che il leader del partito con la Fiamma era stato sedotto ed abbandonato da Berlusconi, come raccontammo in un nostro vecchio editoriale: "Grandi pulizie nella Casa delle Libertà"Perchè Fini decise poi (buon per lui) di ritornare all'ovile.
Ma i veri motivi del profondo rosso della Sinistra sono ben altri, e li abbiamo elencati tutti pari pari nel nostro editoriale: "La Sinistra delle massonerie arruola anche Beppe Grillo?" tra cui: la vergognosa candidatura del travestito Vladimir Luxuria, l'anticlericalismo sfrenato ed imbecille, la propaganda sui presunti "diritti" delle famiglie omosessuali, insomma temi poco etici anzi "molto laici" che vanno a cozzare contro la presunta battaglia morale anti-mafia di cui la sinistra si è eletta a depositaria.Gli elettori comunisti e le loro famiglie, che non sono certo stupidi, avranno "percepito" che i "nuovi" rappresentanti della falce e del martello sono un mix di nani, falsi profeti e ballerine e che piuttosto che far utilizzare gli già scarsi fondi statali per un diritto che in natura non esiste (ovvero la famiglia omosessuale e di conseguenza assegni familiari, detrazioni ecc.ecc.) si saranno turati anche loro il naso e votato a destra. La famiglia, pur rossa, non si tocca.Figuriamoci poi (e questo lo ricordiamo alla Borsellino) se è una famiglia rossa siciliana.

Finita l'epoca del partito comunista (noi aggiungiamo fortunatamente) anche in Italia sembra caduto il muro di Berlino, ma quale sarà il futuro politico del nostro paese?
Noi crediamo che presto assisteremo al crollo definitivo delle ideologie del '900 nella loro classica contrapposizione destra-sinistra, mentre i partiti si misureranno in base al territorio in cui sono radicati, insomma sembra profilarsi un assetto politico di stampo federale.[1]E non certo per merito della Lega.Semplicemente la Storia ha deciso di tornare sui suoi passi, esattamente nel 1843, quando Vincenzo Gioberti pubblicando "Il primato morale e civile degli Italiani" tentò di convincere Pio IX a rappresentare la "Confederazione Italiana"[2] con la collaborazione dei sovrani italiani, in special modo di Ferdinando II delle Due Sicilie.Probabilmente la Storia ci riporterà a quel bivio ottocentesco, speriamo che questa volta si prenderà un'altra strada.

Un nuovo fenomeno: il Neo-ascarismo.

Un'altro fenomeno che si sta ultimamente manifestando e che certamente farà molti proseliti in questa "Terza Repubblica" è il cosidetto "NEO-ASCARISMO", di cui Michele Placido, meridionale, abbiamo scoperto essere uno dei massimi rappresentanti.

Durante il confronto con Raffaele Lombardo in trasmissione su LA 7, l'attore pugliese, non ci mette molto a far capire "a chi corrisponde" (è stato candidato con il PD)
Dice che a lui "il Sud va stretto" ed infatti abita a Roma, poi parla del suo mestiere di attore e racconta che sta lavorando in Calabria per un film sulla 'Ndrangheta(tanto per cambiare)Michele Placido è diventato molto famoso e ricco grazie ai film sulla mafia, è uno dei pochi che sulla criminalità organizzata può dire di averci guadagnato e rimarrebbe probabilmente disoccupato se essa scomparisse o finisse di essere "cult"

Ma è verso il termine della trasmissione che Michele Placido, "forte del suo impegno di denuncia nei confronti della mafia" e dunque vero e coraggioso meridionale, si lascia andare in una dichiarazione che dimostra in tutta la sua tragicità, il proprio neo-ascarismo: "La gente del Sud non dovrebbe avere suoi rappresentanti politici per almeno 5 anni", perchè sempre a suo dire "al sud abbiamo fatto saltare interi quarteri" insomma siamo tutti criminali.


Visualizza il sito web di La 7 ed i commenti alla trasmissione

Ma oltre al caso Placido, ci sono una moltitudine di neo-ascari, meridionali molto attivi, che frequentano siti o che posseggono visitatissimi blog sui problemi del Sud, che la pensano allo stesso modo di Placido. Basta leggere gli stessi commenti che si trovano sulla pagina web che contiene il video con l'attore pugliese.I neo-ascari in genere sono a favore dell'abolizione dello Statuto Siciliano, sono firmatari di petizioni per l'invio dell'esercito in Sicilia, ritengono inaffidabili tutti i politici siciliani, ma ammirano tutto ciò che viene da nord, chiaramente "per il bene della Sicilia"

C'è da dire però che i neo-ascari si distinguono dai più classici ascari per il fatto che essi non sono coscienti di essersi venduti all'intellighenzia padana o al suo potere politico.


[1] vedi anche: "Lega al Nord, Lombardo al Sud: finalmente la politica si adegua al territorio."
[2] approfondimento: "La vita di Ferdinando II"

[Leggi tutto...]

giovedì 10 aprile 2008

Messina, artiglierie borboniche abbandonate


(Cannoni borbonici abbandonati tra le immondizie)

Sulla spiaggia di Capo Peloro in località Lanternino, a due passi dalla torre dell’omonimo Capo e subito accanto (a sud) all’imponente traliccio ex Enel (Pilone), giacciono semisepolti nella sabbia alcuni (oggi se ne vedono 2 ma è probabile che ve ne siano altri insieme a reperti vari) pezzi di artiglieria in bronzo ad avancarica ed anima liscia, risalenti al XVIII° secolo.

Secondo alcune fonti prodotte in primis da pochi benemeriti che in vari modi (libri ecc) ma invano hanno evidenziato il caso, seguiti da coloro che da diverso tempo cercano di rendere il più possibile nota la faccenda, si tratta di artiglierie Borboniche (o comunque Inglesi, in periodo preunitario ancora alleati dei Borbone) abbandonate poco prima dell’arrivo dei garibaldini a nord della città.

Ciò è tuttavia da verificare, ma al momento non è possibile effettuare accertamenti più specifici poiché la posizione dei cannoni (con la volata all’insù ovvero in verticale) non permette ciò in quanto eventuali segni, simboli o iscrizioni (ruggine permettendo) sono solitamente presenti o sul campo di lumiera e la cintura di volata o sulle orecchioniere, parti posteriori e centrali attualmente sepolte dalla sabbia.

Ad un primo esame esterno i due pezzi attualmente visibili sembrano essere rispettivamente un mezzo cannone detto anche da 32 libbre, lungo circa 3.600 metri con un peso di 3.000 Kg (con ancora una palla infilata nella bocca) ed un quarto di cannone detto anche da 16 libbre lungo 3.400 metri con un peso di 2.000 Kg, che utilizzava palle da circa 7,8 chilogrammi. (oppure un Sagro da 8 libbre con lunghezza di 2.800 metri e 1.000 Kg di peso).

Nonostante il vergognoso ed ingiustificato abbandono sia dei pezzi (notare l’attuale utilizzo) che della spiaggia circostante, le condizioni sono tutto sommato buone, ma onde evitare che la ruggine ne consumi del tutto la struttura (nella speranza che la parte sepolta sia ancora in condizioni tali da essere dissotterrata), si rende urgente il recupero e la collocazione in un luogo certamente più consono e dignitoso.

Premesso ciò e di fronte a tali pregevoli testimonianze storiche, non si capisce ne il motivo della totale indifferenza degli organi invece preposti alla loro tutela, e di tutti coloro che troppo spesso solo a parole si occupano di recupero e valorizzazione di beni culturali ecc, ne la disparità di trattamento con i due cannoni Inglesi invece recuperati, restaurati ed attualmente posizionati sul lungomare nella poco distante località di Pace.


A sinistra, altro cannone abbandonato.A destra un cannone inglese che invece è stato "inspiegabilmente" restaurato.

Dunque la situazione attuale non è assolutamente tollerabile, anzi è aggravata e nel contempo resa ridicola dal fatto che tecnicamente il recupero sia piuttosto semplice dato che gli oggetti in questione sono ben visibili e sepolti sotto qualche metro di sabbia, quindi una volta verificate le condizioni, facilmente recuperabili e restaurabili sia dal punto di vista metodico che finanziario.

Ricordando che come sempre in altre realtà più sveglie e dinamiche di quella locale, vengono spesso effettuati recuperi di ben più ampia portata e difficoltà, si ribadisce in conclusione il fatto che in questo caso non esistono ostacoli di sorta, bastando pochi mezzi, poche risorse e molta buona volontà e voglia di riscoprire e tutelare tutto ciò che appartiene alla gloriosa storia della città, già oscurata ed ulteriormente vilipesa ed oltraggiata da insopportabili situazioni come quella qui descritta.

Armando Donato
Comitato Storico Siciliano Messina

[Leggi tutto...]

Quando i fucili li imbracciavano i piemontesi


1861, fucili piemontesi all'opera
In questi giorni è scoppiata una polemica(come quelle tipiche delle campagne elettorali) per una frase inopportuna di Bossi secondo cui i "padani dovrebbero imbracciare i fucili se le schede elettorali non dovessero essere ristampate"

A questa notizia fa eco la dichiarazione di Raffaele Lombardo, secondo cui "anche i siciliani dovrebbero imbracciare i fucili, che sono però a salve, ma la vera arma è lo statuto autonomo"

Non avremmo dato molto peso a queste dichiarazioni se non fosse stato per un pessimo e parziale articolo dell'ascaro Alfio Caruso, giornalista del quotidiano piemontese "LA STAMPA", il quale ha dimostrato di conoscere (chiaramente a sua convienienza) solo a metà la storia, infatti il signore in questione si è dimenticato che i primi ad imbracciare i fucili, contro i meridionali furono proprio i bersaglieri piemontesi, capeggiati da Giuseppe Garibaldi.

E' ormai noto a tutti che i garibaldini, sulla carta solo mille(la maggiorparte provenienti da Bergamo) in realtà erano più di 20.000 in quanto il Conte di Cavour con lo stratagemma della finta diserzione, fece sbarcare sulle coste siciliane i suoi bersaglieri e carabinieri reali, che così apparivano come volontari.

Gli effetti di tale invasione, peraltro infame in quanto effettuata senza alcuna dichiarazione di guerra al regno borbonico, si notarono fin da subito: tra gennaio ed ottobre del 1861 vi furono nelle provincie del Sud 9.860 fucilati, 10.604 feriti, 918 case bruciate, 6 paesi distrutti, 12 chiese depredate, 40 donne e 60 ragazzi uccisi, 13.629 imprigionati, 1428 comuni insorti ed esemplarmente puniti.

Si rinfreschi la memoria caro Caruso, le dice nulla l'eccidio di Bronte(CT) eseguito dal macellaio Nino Bixio o la distruzione di Pontelandolfo e Casalduni (BN) operata dal criminale di guerra Enrico Cialdini?

Perchè Concetto Gallo ed Antonio Canepa, morti per liberare la loro terra, non dovrebbero avere una via dedicata, mentre agli assassini piemontesi sopracitati hanno intitolato piazze e strade in tutta Italia?

Ma il cecchinaggio piemontese non si ferma al solo Risorgimento, dopo l'Unità d'Italia si contano, nella sola Sicilia, ben 5 stati d'assedio:

1862 - Stato D'assedio (la cui brutalità fu denunciata persino da Crispi)
1863 - Stato D'assedio (Generale Govone)
1866 - Stato D'assedio (per la rivolta del 7 e mezzo)
1875 - Stato D'assedio (ventitre battaglioni di fanteria e bersaglieri; due squadroni di cavalleria; quattro plotoni di bersaglieri montati; 3.130 carabinieri e numerose altre forze sussidiarie, fra le quali principalmente guardie di pubblica sicurezza e guardie a cavallo)
1893 - Stato D'assedio (fasci siciliani)

Fino ad arrivare alle note vicende, citate dall'ascaro giornalista de LA STAMPA, del dopo-guerra e dell'Esercito Volontario per l'Indipenza della Sicilia.

Consigliamo al Sig. Caruso, una volta tanto di dimenticare di essere a libro paga del noto giornale padano per lo più di sinistra "LA STAMPA" e provare a vedere se gli rimane ancora qualche briciola di identità meridionale che non abbia svenduto ai suoi padroni torinesi.
[Leggi tutto...]

mercoledì 9 aprile 2008

Messina, visita all'antiquariato "Le Due Sicilie" del Prof. Franz Riccobono.

Il prof. Riccobono

Il 28 marzo 2008, approfittando di un impegno a Messina, sono andato a fare un salto all'antiquariato "Le Due Sicilie" di Franz Riccobono, che non avevo mai visitato e che molti non conoscono.

Il caratteristico negozio, piccolo ma strapieno di oggetti di assoluto valore, si trova in Via Ghibellina 39, a Messina - tel. 090/718168

Da una telefonata a Messina, apprendo che la giornata non è delle migliori, infatti sembra che la città dello Stretto sia sferzata dall'acqua e dal vento(rimarrò 4 giorni a letto con la febbre) dopo aver lasciato Giarre con il sole mi avventuro sulla A-18 Messina-Catania.

Durante il tragitto in autostrada mi soffermo su quelle che furono delle fortificazioni borboniche e che sono ben visibili dagli automobilisti, in particolare il "Castello Saraceno" di Taormina, sede di una forte guarnigione borbonica e dotato di un telegrafo ottico, collegato visivamente a sud con la postazione telegrafica di Riposto-Punta d'Olmo, mentre a nord con il Castello di S.Alessio, anch'esso dotato di telegrafo.

Mentre il mio pensiero andava indietro con la storia ero già nei pressi di Forza D'Agrò, stupenda cittadina che sovrasta Capo S.Alessio e l'omonimo castello a picco sul mare, nel quale sono ancora visibili i muri con le feritoie di epoca borbonica che ne facevano una fortezza inespugnabile.

A Messina, mi accoglie un traffico pauroso, a cui la pioggia scrosciante ed il vento incessante contribuiscono non poco, così per arrivare in Via Ghibellina ci metto quasi due ore.Arrivato dinnanzi al negozio, decido di far andare via i miei accompagnatori, che mi aspetteranno in Piazza Spirito Santo, da un parente, e che raggiungerò più tardi....a piedi.

Il negozio di Franz Riccobono si trova incastonato su una lunga fila di piccoli negozietti, tutti attaccati il che rende molto suggestivo il luogo, direi perfetto per un negozio del genere.Entro e riconosco Franz, seduto in fondo al locale, dentro quello che dovrebbe essere il suo studio, mentre legge il giornale.Non lo avevo mai visto, ne lui conosceva me, così mi sono subito presentato come rappresentante del Comitato Storico Siciliano , nonchè amico del nostro segretario messinese Armando Donato(che lui conosce molto bene) insomma sono uno dei "nostri".Gli spiego che da tanto desideravo visitare il suo negozio e finalmente avevo avuto l'occasione per farlo.Mi accoglie con un sorriso e la discussione cade subito su quella che è la nostra passione: ci scambiamo preziosissime informazioni e poi inizia a farmi vedere i suoi tesori.

Prima mi viene mostrata un'antica cartina ottocentesca della provincia di Messina, dettagliatissima e con tutti i riferimenti topografici dell'epoca, mentre io gli racconto della mia cartina telegrafica che indica tutti i telegrafi ottici siciliani e napolitani dell'epoca borbonica.

Mentre parliamo il mio sguardo non può fare a meno di cadere su tutti quegli oggetti esposti, frutto di una vita di ricerche e sacrifici economici, così noto un'antica ed originale effige di Ferdinando II di Borbone(e consorte): Franz mi anticipa subito dicendo che tali ritratti sono rarissimi perchè con la caduta del Regno delle Due Sicilie i piemontesi decretarono delle leggi severissime e liberticide nei confronti della popolazione, infatti chiunque veniva ritrovato con dei vessilli borbonici era passibile di fucilazione.

Da Messina, passiamo idealmente a Noto, altra "capitale" borbonica, in particolare nella zona di Cassibile, nei pressi dello svincolo autostradale omonimo, si trova la famosa Villa del Marchese, che presenta accanto al portone di ingresso due medaglioni enormi con le teste di Ferdinando II e Francesco II di Borbone.Il fatto che siano sopravvissute fino ad oggi e nessuno abbia avuto il coraggio di demolirle ci fa presupporre che il proprietario della villa fosse persona molto influente.
La stessa sorte non ha avuto la statua di Ferdinando II a Noto, alta ben 3 metri, continua il Riccobono, ma fortunatamente i pezzi, tra cui la testa, sono custoditi all'interno del museo della città.Gli prometto che queste preziose informazioni saranno comunicate al nostro rappresentante siracusano, Corrado Arato, che andrò presto a trovare per organizzare un tour borbonico in quel di Noto, la cui zona si mostra particolarmente generosa, e promette bene per effettuare ricerche e trarne articoli da leggere tutto in un fiato.

Tra i pezzi pregiati della "collezione Riccobono" c'è un'uniforme scolastica, rinvenuta negli scantinati di un'antica villa nobiliare a Milazzo, ancora in buone condizioni e che presenta dei bottoni raffiguranti il giglio borbonico.Chiedo a Franz come possa avere questa passione "borbonica" ed un negozio d'antiquariato allo stesso tempo, senza fallire: mi confida che vende solo la roba garibaldina....risate di entrambi.

La discussione continua sullo stato d'abbandono dei manufatti borbonici in Sicilia e soprattutto a Messina, dove giace il "relitto" della famosa Cittadella militare, estrema difesa delle truppe borboniche siciliane contro l'invasore savojardo/garibaldino.Senza dimenticare i 3 cannoni borbonici(uno dei quali ancora con la palla nella bocca) che affiorano, dimenticati da tutti, dalla sabbia di una spiaggia a nord di Messina, andando verso i laghi di Ganzirri.Decine e decine di segnalazioni verso le autorità competenti non hanno sortito alcun effetto, mentre dei cannoni inglesi rinvenuti sempre negli stessi luoghi sono stati prontamente restaurati ed oggi fanno bella mostra nei pressi della Fiera di Messina.

Questa è la dimostrazione che oltre alla noncuranza c'è ancora oggi una forte avversità ideologica da parte delle istituzioni italiane nei confronti dell'epoca borbonica.

Prima di congedarmi (siamo rimasti a parlare ben oltre l'orario di chiusura del negozio) Franz mi fa un gentile omaggio regalandomi una riproduzione della piantina della Cittadella di Messina, come ricordo della commemorazione svoltasi il 16 marzo c.a., in particolare il sacrificio dei 48 soldati borbonici che perirono per difendere la nostra antica Patria dall'odiato Garibaldi.


La cartina con la raffigurazione della "Citadelle" ricevuta in dono dal Prof. Franz Riccobono
E' arrivato il momento dell'arrivederci, ringrazio di vero cuore Franz per la gentilezza e per l'ospitalità (ed anche per avermi riparato l'ombrello!) ci promettiamo di incontrarci nuovamente e così ci salutiamo con il grido di "Viva il Re!"
Davide Cristaldi
Comitato Storico Siciliano

[Leggi tutto...]

lunedì 7 aprile 2008

Vicino l'accordo Gheddafi-Putin, per l'hub del gas è quasi fatta


Il gasdotto Libia-Sicilia denominato "Greenstream"

Dopo gli accordi bilaterali tra Russia e Grecia (gasdotto Southtream, landing point Puglia), Russia ed Algeria (gasdotto Transmed, landing point Sicilia), Putin è ad un passo dall'ultimo accordo che gli rimaneva da fare, quello con il Colonnello Gheddafi, tale patto gli consentirà di ottenere la blindatura del progetto "Hub logistico del Gas del Sud Italia" a cui Putin sta lavorando strenuamente e che rappresenta l'unico mezzo che ha per "controllare" l'Europa ed elevare la Russia a partner energetico preferenziale della UE.

Chiaramente tale posizionamento russo sullo scacchiere euro-mediterraneo irrita e non poco gli Stati Uniti che ormai dal dopo guerra influenzano in maniera soffocante la politica interna ed estera dei paesi UE, soprattutto l'Italia.Gli USA dal canto loro, procedono con il tentativo di isolamento, demonizzazione ed accerchiamento nei confronti della Russia.Basta leggere le colonne dei venduti e senza patria giornali padani per rendersi conto di come fanno a gara nell'elencare i più disparati diritti umani violati o la "brutale repressione poliziesca" operata dal "regime" russo, capeggiato dallo "zar" Putin...E che dire dell'espansione verso est della Nato, ormai ad un tiro di schioppo da Mosca?

Ma tutto ciò durerà poco, questi sono gli ultimi sospiri dell'impero economico americano, ridotto in fin di vita dal tramonto del dollaro come moneta di riserva mondiale e che i paesi del Sol Levante e quelli produttori di petrolio, non sanno più cosa fare per liberarsene.

Tornando al preannunciato accordo, in questi giorni c'è stato un'importante incontro a Mosca tra i vertici di Gazprom e quelli dell'ENI(il cui presidente Scaroni, messo alla guida dell'Ente Idrocarburi da Berlusconi, ha ormai dato dimostrazione di agire in totale autonomia rispetto alle direttive della sinistra) che ha avuto come tema la recente acquisizione, da parte del colosso russo dell'energia, di importanti giacimenti di metano nel deserto libico, oltre alla condivisione delle quote dell'ENI.

Il gasdotto siculo-libico Green-Stream rimaneva l'unico non ancora controllato da Gazprom, tra quelli che portano il gas al Sud Italia, ecco il perchè dell'interessamento russo.
Viene così completato e blindato il progetto "HUB del GAS" che vedrà le Due Sicilie diventare il rubinetto della stragrande maggioranza dellle forniture metanifere europee, insomma l'economia europea dipenderà dagli "umori" meridionali.

Quello sarà il momento, in cui ogni istanza duosiciliana entrerà nella stanza dei bottoni per essere rivendicata.

Ma come la prenderanno gli Stati Uniti per questo nuovo "affronto" russo?Secondo noi, come all'epoca dell'accordo tra Gazprom e Sonatrach: (la società energetica algerina) allora infatti una serie di attentati rivendicati da "Al-Qaeda" scosse il paese nord-africano. Succederà anche alla Libia?

[Leggi tutto...]

giovedì 3 aprile 2008

Il letto di Ferdinando I° in mostra a Caltagirone.

Il museo dove sarà esposto l'antico manufatto borbonico.


Dal 14 marzo fino al 4 maggio 2008, si svolgerà una mostra borbonica presso il "Museo delle ville Caltagironesi e Siciliane"
Saranno inoltre presenti i costumi d'epoca duosiciliana, provenienti dalla collezione Piraino di Palermo.
Il pregiatissimo letto, fabbricato per ospitare il Re Ferdinando I di Borbone, è stato conservato fino ad oggi, da una famiglia nobile di Caltagirone.

Di seguito l'indirizzo del museo:
Via S.M. di Gesù, presso Villa Patti, Caltagirone (CT)
Recapito telefonico 0933/22785

orario di apertura:
lunedi - chiuso
da martedì al sabato - 09:30 - 13:30
domenica - 09:30 - 12:30
martedì, venerdì, sabato, domenica - 16:00 - 19:00

Approfittiamo per segnalare, tra i monumenti della bellissima città siciliana, il pregevolissimo Carcere Borbonico.



L'antico edificio duosiciliano, oggi "Museo Civico al Carcere Borbonico" si trova in Via Roma, 10.
Recapito telefonico 0933/31590

orario di apertura:
lunedi - chiuso
da martedì al sabato - 09:30 - 13:30
domenica - 09:30 - 12:30
martedì, venerdì, sabato, domenica - 16:00 - 19:00

Ancora una volta non possiamo che sottolineare, con soddisfazione, il rinnovato interesse da parte degli enti locali, verso l'importantissima epoca borbonica, colpevolmente insabbiata ed oscurata, dall'agiografia risorgimentale e garibaldina.

Saranno i fatti a riscrivere la storia.


[Leggi tutto...]

mercoledì 2 aprile 2008

Adesso ci fanno anche traghettare a piedi


Non bastava la politica di tagli operata dalle Ferrovie, e ordinata dalla sinistra, per le tratte siciliane, ci tocca adesso assistere anche all'umiliazione di dover scendere dal treno a Villa S. Giovanni, caricarci i bagagli e traghettare a piedi.Lasciamo immaginare le difficoltà di chi, costretto a viaggiare in treno, deve sobbarcarsi.Basti pensare a chi viaggia in carrozzella o a chi porta chili e chili di valige ed i bambini piccoli.

Non ci si affidi nemmeno alla "efficienza" dei servizi delle Ferrovie Italiane, tanto propagandata in TV, perchè a Villa S.Giovanni non funziona nemmeno l'unica scala mobile esistente.Giace li, ferma, da anni, ve lo conferma chi vi scrive, quindi dovrete scendere le strettissime scalinate, rischiando di rompervi una gamba, prima di arrivare al piano-traghetti.

La RFI si è affrettata a smentire che si tratta di qualcosa di definitivo, e che il blocco è dovuto alla manutenzione della nave-traghetto "Sibari", a seguito di un incidente durante una manovra di attracco che ha fatto letteralmente staccare dalla nave la caratteristica prua a forma di "bocca" che si apre per far uscire/entrare i treni.

Ma in Sicilia sappiamo bene quanto siano definitive le cose "provvisorie" ed oltretutto siamo ben a conoscenza delle attività di dismissione incessanti che la RFI sta portando in Sicilia (mentre noi chiediamo più investimenti!) e che non vengono per nulla riportati dai media nazionali, guarda caso lo stesso atteggiamento è stato tenuto nel caso dei traghetti.

Che la sinistra della massonerie sia anti-siciliana ormai non vi è più dubbio, in più nei nostri passati articoli abbiamo sempre sottolineato l'incessante opera di ostruzione nei confronti dell' ormai noto progetto dell'HUB LOGISTICO DELLE MERCI E DEL GAS del Sud Italia, caldeggiato da Putin ma osteggiato dagli Stati Uniti che vedono in questa operazione un pericoloso avvicinamento della Russia al Mediterraneo.Ma noi gli accordi li facciamo con chi ha interesse nello sviluppo della Sicilia e non con chi la vuole condannare eternamente ad essere un paese di frontiera e di sottosviluppo.

Il vero programma della sinistra non è quello di non fare il Ponte per fare le infrastrutture, d'altronde lo abbiamo visto nei mesi scorsi, dalle varie dismissioni ferroviarie ed un'altra dimostrazione l'abbiamo avuta adesso con il blocco dei treni nei traghetti.

Infatti la sinistra, notoriamente contraria al Ponte sullo Stretto, pur di creare disagio al sistema siciliano dei trasporti, ha preferito perfino dare vantaggio elettorale al centrodestra (che invece si è sempre definito pro-ponte), non provvedendo per tempo a sostituire la nave traghetto con una nuova. A quanto pare non ne hanno nemmeno di scorta.E lecito aspettarsi che non appena si guasterà definitivamente (la nave è del 1969) rimarremo per sempre appiedati.Senza dimenticare che nulla è stato fatto per agevolare i disagi che stanno subendo i passeggeri o verso quelle aziende siciliane che si servono dei treni per far viaggiare le loro merci.

Niente male per chi si è sempre battuto contro il Ponte sullo Stretto, ma tanto ormai sappiamo benissimo quali sono i loro veri obiettivi...

Ma oggi i siciliani sono davvero stanchi delle ipocrisie degli uomini politici, soprattutto di quelli che si ergono a difensori della giustizia e depositari dell'onestà.

Ci fanno sorridere quelli che sono contro il Ponte sullo Stretto perchè l'opera "farebbe confondere gli uccelli nelle loro migrazioni verso sud" (come se venisse costruito in una notte) o "deturperebbe il paesaggio dello Stretto" mentre fanno finta di non vedere le deturpazioni che hanno provocato i petrolchimici a qualche km più in la, a Milazzo, o le morti da mercurio a Siracusa o la discarica nucleare di Enna, che abbiamo appena trattato.
Altra scusa che spesso viene utilizzata (ma sia chiaro, per motivi meramente ideologici..) è l'altezza del Ponte stesso che impedirebbe alle navi portacontainer di transitare sotto.
Questa notizia viene facilmente smentita prendendo come esempio la più grande nave porta-container del mondo: la mastodontica Emma Maersk, che opera sulla tratta Honk Kong - Amsterdam.



Tale nave è alta solo 207 piedi, circa 63 metri(dunque 2 metri sotto l'altezza del Ponte sullo Stretto) mentre a pieno carico arriva appena a 45 metri, il che è la rende perfettamente idonea a passare dallo Stretto.Anzi, diciamo di più, visto che la Maersk, nota multinazionale del trasporto marittimo è ormai di casa al Porto di Gioia Tauro (e presto sarà un marchio ben noto in Sicilia) c'è da pensare che da pensare che abbiano costruito la loro "Emma" sulla base delle specifiche tecniche del Ponte di Messina.Infatti in gergo mercantile le navi da trasporto vengono definite in base a ciò che devono oltrepassare.

Esempio le "Panamax" sono in grado i oltrepassare il Canale di Panama, mentre le "Post-Panamax" non hanno le caratteristiche tecniche per farlo.

Siamo certi che tutte le portacontainer del mondo sono classe "Messina"

Chiusa questa parentesi e tornando al discorso dei pretesti per non costruire il ponte, anche se alcuni "fastidi" fossero veri, noi crediamo che prima di tutto viene il lavoro per i padri di famiglia ora che la necessità di un vasto progetto di sviluppo è assolutamente necessario per quando saremo invasi dalle merci cinesi, le quali distruggeranno in maniera lenta ma inesorabile l'industria europea.Quale futuro per le famiglie siciliane ora che verrà tolto loro anche l'ultima spiaggia dell'emigrazione? (anche l'Europa e l'America sono in forte recessione)

L'unica risposta è: sfruttare l'espansionismo economico cinese tramite la costituzione del Sistema Logistico Integrato del Sud Italia, che ci farà diventare l'hub, il passaggio obbligatorio di tutte le merci che transiteranno verso l'Europa.Se partirà il progetto, sarà un gioco da ragazzi far partire definitivamente il Turismo e l'Agricoltura, ma anche quell'industria che ci manca dai tempi del Re Borbone e che vedeva setifici, industrie cotoniere, tessili, metalmeccaniche sparse in tutta la Trinacria.

[Leggi tutto...]