mercoledì 9 aprile 2008

Messina, visita all'antiquariato "Le Due Sicilie" del Prof. Franz Riccobono.

Il prof. Riccobono

Il 28 marzo 2008, approfittando di un impegno a Messina, sono andato a fare un salto all'antiquariato "Le Due Sicilie" di Franz Riccobono, che non avevo mai visitato e che molti non conoscono.

Il caratteristico negozio, piccolo ma strapieno di oggetti di assoluto valore, si trova in Via Ghibellina 39, a Messina - tel. 090/718168

Da una telefonata a Messina, apprendo che la giornata non è delle migliori, infatti sembra che la città dello Stretto sia sferzata dall'acqua e dal vento(rimarrò 4 giorni a letto con la febbre) dopo aver lasciato Giarre con il sole mi avventuro sulla A-18 Messina-Catania.

Durante il tragitto in autostrada mi soffermo su quelle che furono delle fortificazioni borboniche e che sono ben visibili dagli automobilisti, in particolare il "Castello Saraceno" di Taormina, sede di una forte guarnigione borbonica e dotato di un telegrafo ottico, collegato visivamente a sud con la postazione telegrafica di Riposto-Punta d'Olmo, mentre a nord con il Castello di S.Alessio, anch'esso dotato di telegrafo.

Mentre il mio pensiero andava indietro con la storia ero già nei pressi di Forza D'Agrò, stupenda cittadina che sovrasta Capo S.Alessio e l'omonimo castello a picco sul mare, nel quale sono ancora visibili i muri con le feritoie di epoca borbonica che ne facevano una fortezza inespugnabile.

A Messina, mi accoglie un traffico pauroso, a cui la pioggia scrosciante ed il vento incessante contribuiscono non poco, così per arrivare in Via Ghibellina ci metto quasi due ore.Arrivato dinnanzi al negozio, decido di far andare via i miei accompagnatori, che mi aspetteranno in Piazza Spirito Santo, da un parente, e che raggiungerò più tardi....a piedi.

Il negozio di Franz Riccobono si trova incastonato su una lunga fila di piccoli negozietti, tutti attaccati il che rende molto suggestivo il luogo, direi perfetto per un negozio del genere.Entro e riconosco Franz, seduto in fondo al locale, dentro quello che dovrebbe essere il suo studio, mentre legge il giornale.Non lo avevo mai visto, ne lui conosceva me, così mi sono subito presentato come rappresentante del Comitato Storico Siciliano , nonchè amico del nostro segretario messinese Armando Donato(che lui conosce molto bene) insomma sono uno dei "nostri".Gli spiego che da tanto desideravo visitare il suo negozio e finalmente avevo avuto l'occasione per farlo.Mi accoglie con un sorriso e la discussione cade subito su quella che è la nostra passione: ci scambiamo preziosissime informazioni e poi inizia a farmi vedere i suoi tesori.

Prima mi viene mostrata un'antica cartina ottocentesca della provincia di Messina, dettagliatissima e con tutti i riferimenti topografici dell'epoca, mentre io gli racconto della mia cartina telegrafica che indica tutti i telegrafi ottici siciliani e napolitani dell'epoca borbonica.

Mentre parliamo il mio sguardo non può fare a meno di cadere su tutti quegli oggetti esposti, frutto di una vita di ricerche e sacrifici economici, così noto un'antica ed originale effige di Ferdinando II di Borbone(e consorte): Franz mi anticipa subito dicendo che tali ritratti sono rarissimi perchè con la caduta del Regno delle Due Sicilie i piemontesi decretarono delle leggi severissime e liberticide nei confronti della popolazione, infatti chiunque veniva ritrovato con dei vessilli borbonici era passibile di fucilazione.

Da Messina, passiamo idealmente a Noto, altra "capitale" borbonica, in particolare nella zona di Cassibile, nei pressi dello svincolo autostradale omonimo, si trova la famosa Villa del Marchese, che presenta accanto al portone di ingresso due medaglioni enormi con le teste di Ferdinando II e Francesco II di Borbone.Il fatto che siano sopravvissute fino ad oggi e nessuno abbia avuto il coraggio di demolirle ci fa presupporre che il proprietario della villa fosse persona molto influente.
La stessa sorte non ha avuto la statua di Ferdinando II a Noto, alta ben 3 metri, continua il Riccobono, ma fortunatamente i pezzi, tra cui la testa, sono custoditi all'interno del museo della città.Gli prometto che queste preziose informazioni saranno comunicate al nostro rappresentante siracusano, Corrado Arato, che andrò presto a trovare per organizzare un tour borbonico in quel di Noto, la cui zona si mostra particolarmente generosa, e promette bene per effettuare ricerche e trarne articoli da leggere tutto in un fiato.

Tra i pezzi pregiati della "collezione Riccobono" c'è un'uniforme scolastica, rinvenuta negli scantinati di un'antica villa nobiliare a Milazzo, ancora in buone condizioni e che presenta dei bottoni raffiguranti il giglio borbonico.Chiedo a Franz come possa avere questa passione "borbonica" ed un negozio d'antiquariato allo stesso tempo, senza fallire: mi confida che vende solo la roba garibaldina....risate di entrambi.

La discussione continua sullo stato d'abbandono dei manufatti borbonici in Sicilia e soprattutto a Messina, dove giace il "relitto" della famosa Cittadella militare, estrema difesa delle truppe borboniche siciliane contro l'invasore savojardo/garibaldino.Senza dimenticare i 3 cannoni borbonici(uno dei quali ancora con la palla nella bocca) che affiorano, dimenticati da tutti, dalla sabbia di una spiaggia a nord di Messina, andando verso i laghi di Ganzirri.Decine e decine di segnalazioni verso le autorità competenti non hanno sortito alcun effetto, mentre dei cannoni inglesi rinvenuti sempre negli stessi luoghi sono stati prontamente restaurati ed oggi fanno bella mostra nei pressi della Fiera di Messina.

Questa è la dimostrazione che oltre alla noncuranza c'è ancora oggi una forte avversità ideologica da parte delle istituzioni italiane nei confronti dell'epoca borbonica.

Prima di congedarmi (siamo rimasti a parlare ben oltre l'orario di chiusura del negozio) Franz mi fa un gentile omaggio regalandomi una riproduzione della piantina della Cittadella di Messina, come ricordo della commemorazione svoltasi il 16 marzo c.a., in particolare il sacrificio dei 48 soldati borbonici che perirono per difendere la nostra antica Patria dall'odiato Garibaldi.


La cartina con la raffigurazione della "Citadelle" ricevuta in dono dal Prof. Franz Riccobono
E' arrivato il momento dell'arrivederci, ringrazio di vero cuore Franz per la gentilezza e per l'ospitalità (ed anche per avermi riparato l'ombrello!) ci promettiamo di incontrarci nuovamente e così ci salutiamo con il grido di "Viva il Re!"
Davide Cristaldi
Comitato Storico Siciliano

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