mercoledì 25 febbraio 2009

Real Cittadella di Messina 2009

Il Comitato Storico Siciliano è lieto di invitare iscritti e simpatizzanti alla Commemorazione del 148° Anniversario dell'eroica difesa della Real Cittadella di Messina ad opera di irriducibili soldati borbonici.

Una gloriosa pagina del nostro passato volutamente cancellata dagli storici risorgimentali.
Sarà presente all'evento del Comitato Storico Siciliano, Davide Cristaldi.

PROGRAMMA

- Ore 10.30 Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria
Santa Messa in suffraggio dei caduti della Real Cittadella presieduta dal Rev.do Parroco
Mons. Mario Di Pietro - Canonico del Protometropolitano Capitolo della Basilica Cattedrale;
- Ore 11.30 Bastione Santo Stefano - Real Cittadella di Messina
Commemorazione dei fatti d’arme e deposizione di una corona d’alloro;
- Ore 12.30 Monumento a Ferdinando II di Borbone
Deposizione di un omaggio floreale in occasione del 150° anniversario della morte;
- Ore 17.00 Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni - Provincia Regionale
Conferenza su: “Diversità negli interventi governativi a seguito dei terremoti del 1783 e del 1908”.
Interverranno come relatori:
il Dott. Antonino Di Janni - Vice Delegato per la Sicilia del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio,
il Dott. Franz Riccobono - Presidente dell’Associazione Amici del Museo di Messina,
la Prof.ssa Maria Carmela Spadaro - Docente presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, e il Prof. Dario Tomasello - Docente presso l’Università degli Studi di Messina.

La Cittadinanza è invitata a partecipare
Messina - Sabato 14 Marzo 2009

Errata corrige locandina ed invito in quanto erroneamente abbiamo dimenticato di aggiungere tra i relatori il Prof. Vincenzo Gulì Vice Presidente dell'Associazione Culturale Neoborbonica, ci scusiamo per questo...
La S.V. è invitata a partecipare alle iniziative che si svolgeranno a Messina Sabato 14 Marzo 2009 in occasione del 148° Anniversario dell'Eroica Difesa della Real Cittadella. In allegato locandina ed invito ufficiale.
Grazie
Cordialmente
Dott. Marco Grassi

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martedì 24 febbraio 2009

L'Unione Europea contro Raffaele Lombardo



Dopo 173 anni si ripropone una nuova "Quistione degli zolfi siciliani", ma questa volta l'oggetto del contendere è il gas.

Qualche settimana fa una notizia, come non se ne erano mai sentite, riempiva le colonne dei quotidiani e le strisce sui telegiornali: degli operai inglesi protestavano contro l'assunzione presso un petrolchimico britannico, di un centinaio di operai siciliani dipendenti di una ditta siracusana, che aveva vinto un appalto presso un impianto.

"BRITISH WORK FOR BRITISH WORKERS" fu lo slogan utilizzato dai lavoratori britannici, che temendo di perdere il lavoro, protestarono duramente, tant'è che la polizia dovette intervenire affinchè si evitassero degli
incidenti che potevano minare l'incolumità dei siciliani.

"E' LA GLOBALIZZAZIONE RAGAZZI", avrebbero dovuto rispondere i nostri: l'Inghilterra rappresenta oggi la patria dell'economismo liberale, il covo della finanza speculatrice globale. Nella City di Londra si acquistano e
si vendono azioni ed obbligazioni di aziende dei quattro continenti come se fossero caramelle; allo stesso modo colossi inglesi come la Shell, la British Petroleum si aggiudicano appalti miliardari all'estero, sbarazzando la concorrenza internazionale e locale.

Ci è sembrato strano che Londra si facesse cogliere in fallo, in maniera così plateale e per di più in casa propria, lasciando passare quelle immagini da rivoluzione bolscevica.Lo stesso presidente Gordon Brown si espresso molto timidamente contro quei suoi concittadini che si erano comportati in maniera molto poco "liberale" e "democratica". Perchè?

Per poter dare una risposta dobbiamo tornare indietro di un paio di anni, quando il Movimento per l'Autonomia iniziò una dura battaglia contro il rigassificatore di Priolo della Yonio Gas, società detentrice dei diritti di costruzione dell'impianto siracusano ed appartenente alla azienda energetica anglo-olandese SHELL.Grazie a quelle proteste, il TAR si pronunciò favorevolmente all'ipotesi di indire un referendum consultativo che desse ai cittadini priolesi la facoltà di decidere se costruire o meno l'infrastruttura:

"Il TAR di Catania con una sentenza destinata a lasciare il segno negli annali della giurisprudenza, ha dato ragione ai comitati cittadini che vogliono un referendum consultivo sulla costruzione di un rigassificatore nella zona industriale di Priolo, in provincia di Siracusa. Una battaglia che il Movimento per l'Autonomia di Siracusa e quello siciliano sostiene da tempo, perché allocare nell'area del petrolchimico un rigassificatore è un'ipotesi avventata, ai limiti della follia"

fu il comunicato[1] che apparve sul sito del MPA in quei giorni.

Nello stesso periodo circolò sull'etere e su internet un video[2], prodotto sempre dal partito di Raffaele Lombardo, in cui si evidenziano i gravissimi rischi che corrono gli abitanti dei paesi che sorgono nei pressi dei rigassificatori.

Ma il 16 gennaio del 2008 avviene un'evento che avrebbe cambiato le carte in tavola: la società energetica russa Gazprom, concludendo un accordo con le autorità nigeriane per la coltivazione e la liquefazione del metano estratto dai giacimenti sul Delta del Niger, si lancia prepotentemente nella mischia del mercato del GNL. A quel punto anche il Movimento per l'Autonomia, cambia strategia e per mano dell'Assessore regionale MPA Rossana Interlandi, da il benestare della Regione Siciliana nella valutazione di impatto ambientale[3] per la realizzazione di un altro rigassificatore, quello di Porto Empedocle, società appaltante l'ENEL.

Due pesi e due misure?
Diremmo proprio di si visto che sulla costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle premono i russi, perchè nel porto agrigentino sarà rigassificato il metano estratto in Nigeria[4], mentre quello di Priolo è in orbita inglese.
Appare chiaro come per la "Questione del gas" in Sicilia, come in Puglia (per il gasdotto Southstream) è attualmente in corso una guerra tra il blocco russo e quello anglo-americano, per accaparrarsi il controllo
strategico delle reti di rifornimento energetico e di smistamento di quel gas, che tanto fece sospirare l'Eurocrazia (per il freddo) quest'inverno....

Da questa scelta e da altre, che in altri editoriali non abbiamo mai mancato di evidenziare, a Palermo, appare chiaro che la maggioranza guidata dal MPA stia appoggiando la parte russa, ostacolando invece gli interessi inglesi: da qui la "ritorsione" dei britannici, nell'amplificazione mediatica scatenata(?) dagli operai londinesi.Queste proteste in Inghilterra ci sono sempre state, sia chiaro, ma difficilmente valicavano i confini inglesi, soprattutto se davano un'idea "protezionistica".

Ma Lombardo avrà capito che quella protesta poteva essere una ritorsione contro i bastoni che tutt'oggi il governo siciliano mette tra le ruote della Yonio Gas?Una dichiarazione del presidente della Regione Siciliana, avvenuta nei giorni dello "strike" e riportata dalle agenzie, potrebbe aiutarci a rispondere alla domanda:
“Se fossero confermate le notizie in merito a odio
xenofobo contro i siciliani, non avremmo esitazioni a interrompere le trattative con il gruppo Erg-Shell che, dall’Inghilterra, propone di realizzare un rigassificatore proprio nella provincia di Siracusa, a Priolo”
[5].

Poteva dunque l'Unione Europea degli Anglo-Americani lasciare impunite le Due Sicilie ree di essersi macchiate di una simile onta?Poteva un "piccolo" siciliano far saltare i piani delle oligarchie finanziarie anglo-americane?Chiaro che no, e così gli Dei di Strasburgo hanno lanciato la loro maledizione a Palazzo dei Normanni: il rigassificatore di Porto Empedocle non s'ha da fare[6], negando i miliardi che avrebbero dovuto finanziare l'impianto siciliano, dirottandoli su un progetto di rigassificatore in Polonia.

Il motivo? - “Il piano di rilancio dell'Ue - ha spiegato il presidente dell'esecutivo, José Manuel Barroso - è tutto incentrato sugli investimenti intelligenti”. Tutti i progetti - fanno notare ancora dalla Commissione - seguono il criterio della rapidità e dell’immediato impatto sull’economia. Dall’esecutivo Ue assicurano pure che - la ripartizione dei fondi e la scelta dei progetti è stata fatta in modo “oculato ed equilibrato” -.
Insomma il rigassificatore di Porto Empedocle non sarebbe ne un investimento economico ne un progetto intelligente..

Stranamente però il niet di Bruxelles non è valido anche per impianto di Priolo, che sappiamo bene risulterebbe in una delle zone più sismiche d'Italia, per giunta asfissiata da km e km di raffinerie petrolchimiche; senza dimenticare che ospita già una base navale Nato ed uno dei più importanti depositi di munizioni dell'Alleanza Atlantica....
Un investimento davvero intelligente!



[1] Comunicato MPA, 12 giugno 2007

[2] Priolo News - video spot mpa contro i rigassificatori

[3] Resoconto Stenografico Assemblea Regionale, 22 gennaio 2008

[4]Ns. editoriale "Come abbiamo previsto l'MPA di Raffaele Lombardo modifica la strategia sui rigassificatori in Sicilia", 26 gennaio 2008

[5] Il Sole 24 Ore, 30 gennaio 2009

[6] AgrigentoWEB, 30 gennaio 2009

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sabato 21 febbraio 2009

Il Comitato Storico della Lombardia alla presentazione del MPA in Lombardia


Nella foto alcuni rappresentanti del CSS Lombardia, il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo e la bandiera delle Due Sicilie.

Stamani alle ore 12:00 è stata inaugurata a Milano, la sede regionale del MPA alla presenza di parecchi meridionali che hanno voluto dare illoro saluto al primo partito che, a memoria d'uomo, dal Sud si sposta al Nord.

Si tratta di un evento di portata storica, a cui il raggruppamento del CSS Lombardia, invitato dai dirigenti lombardi MPA, non poteva mancare.
Tra i rappresentanti del Comitato presenti: Mario Bellotti, Gianfranco Dainotti, Massimo Orofino, Rosario Brancato, Antonio Pasquino,Francesco Quintavalle, Gennaro Zona, Gianluca Parisi, Davide Cristaldi.
Durante la mattinata, diversi sono stati i contatti presi tra le varie anime meridionaliste accorse all'evento, anch'essi desiderosi di riscattare lapropria gente, per ridare la dignità ai molti milioni di emigrati che hanno dovuto lasciare la propria terra, l'affetto deipropri cari, per trovare un occupazione che se risolveva il problema del pane, non risolveva quello della dignità e spesso anzi lo peggiorava.
Il CSS Lombardia, nasce per ricercare e divulgare la verità storica del Regno delle Due Sicilie, nazione meridionale che fino all'Unità era la prima per industrie, sviluppo economico e progressi sociali tra gli antichi stati della penisola.


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venerdì 20 febbraio 2009

BRIGANTI in scena al Teatro Bellini di Palermo


il teatro Bellini di Palermo (Teatro Carolino al tempo dei Borbone)

Il progetto Briganti, che nasce nel febbraio 2000 con un primo lavoro di ricerca storico-sociale, affronta le tematiche del brigantaggio meridionale post-unitario (1860-61). La vicenda si svolge in una cella delle carceri del ex Regno delle Due Sicilie, dove, attraverso le memorie di un giovane catturato in battaglia, Carmine Crocco, rivivono avvenimenti ed episodi che hanno segnato la vita delle popolazioni del Mezzogiorno d’Italia.
L’intero universo dei fatti narrati trae spunto da documenti storici di vicende realmente accadute e spesso tralasciate dalla storiografia ufficiale. Ad essi, però, si miscela il mondo della tradizione orale popolare non privo di spunti fantastici. Il testo trasforma in sogno realtà crudeli, ironizza su temi ancora vivi, ponendo attenzione sulle radici “culturali” del problema, cercando di non cadere in una retorica politica. Berardi, solo in scena con una sedia, rievoca una storia ancora per certi versi negata, mette in scena particolari, dettagli, racconti ispirati a precisi luoghi o personaggi storici, senza alcuna pretesa filologica. Lo spettacolo è stato premiato al Festival Internazionale del Teatro di Lugano con la seguente motivazione: «Lavoro ricco di materiali giustapposti con abili salti temporali, che restituiscono con efficacia il problema del brigantaggio, presentato in modo più tormentato e problematico di quanto non faccia la storiografia ufficiale. Berardi si dà con generosità moltiplicandosi in numerose voci, rese con registri vocali diversi e per lo più credibili. Apprezzabile il gusto per una costruzione linguistica, intessuta di assonanze e rime interne. Efficace la scelta di una scenografia povera, giocata sull’alternanza di luce e buio, e vitalizzata dall’energia espressiva e dalla ricchezza vocale dell’interprete».

Dal 24 Febbraio al 1° Marzo 2009 - Teatro Bellini, piazza Bellini - Palermo

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martedì 17 febbraio 2009

Sono tornati a Porto Empedocle i cannoni borbonici


Sono "tornati a casa", forse un po' in sordina, i due cannoni empedoclini di epoca borbonica che da mezzo secolo si trovavano a Perugia, presso la Rocca Paolina.
I due cannoni sono stati collocati provvisoriamente in un camerone della Torre Carlo V.
Durante il fine settimana, infatti, gli operai di una ditta specializza in trasporti, hanno provveduto, così come previsto da un protocollo d’intesa firmato tempo fa dal sindaco Calogero Firetto e dal collega di Perugia, Renato Locchi, a trasferire i cannoni, del peso di sei quintali cadauno da Perugia a Porto Empedocle.
"Si tratta di un importante recupero storico – ha commentato il sindaco Calogero Firetto – che segna la volontà dell'intera Cittadinanza di volersi riappropriare del proprio passato e delle proprie tradizioni marinare".

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domenica 15 febbraio 2009

L'Italia nell'era post-ideologica


Se il '900 è stato il secolo delle grandi ideologie, il nuovo millennio ne ha inaspettatamente decretato la fine.
Il comunismo, il capitalismo, pur riuscendo a manovrare le masse, rimasero limitati in zone d'influenza abbastanza riconoscibili.Con la rottura degli equilibri geo-politici, iniziata con il crollo dell'Unione sovietica, un unico, monotematico pensiero ha avuto la pretesa di dettare le regole a tutto il globo.Il risultato è stato il capitalcomunismo cinese (ovvero i comunisti che giocano a fare gli americani) e la globalizzazione selvaggia che per qualche anno è riuscita ad ingannare i consumatori occidentali convincendoli che possono permettersi di tutto, in comode rate mensili.
Con il nuovo assetto politico mondiale, la terra sembra essere tornata piatta, come ai tempi in cui si credeva che ai suoi confini del Mondo, si trovassero degli abissi interminabili, come una cortina di ferro che scende lungo i meridiani passando per i poli, inglobando ed omologando paesi, etnie e popoli.L'Italia non è sfuggita a tutto questo, anche nel bel paese le ideologie si avviano al tramonto, perfino i più irriducibili rinnegano le proprie origini ed idee politiche: destra e sinistra sono ormai un flebile ricorso, sostituite dal PDL e dal PD, due grosse entità politiche dai confini inesistenti, ma anche due partiti speculari, perchè sembrano ognuno la brutta copia dell'altro.
La standardizzazione forzata e l'omologazione inconsapevole ci porteranno indietro nel tempo e ben venga se questo significa salvarci da una gravissima crisi economica e sociale le cui avvisaglie non sono certo mancate negli ultimi mesi.Torneremo ai tempi in cui per controllare una nazione bisognava controllarne il territorio(oggi invece per controllare una nazione si preferisce controllare gli abitanti).Sarà questo dunque il vero motivo per cui nell'ipertecnologico 2009,sorgono come i funghi movimenti politici territoriali in tutta Europa, sarà per questo che in Italia ci sono tanti partiti autonomisti quanti erano gli stati italiani prima dell'Unità?
Se dal lato politico, assistiamo ad una riscoperta del Territorio, dal lato economico avviene di meglio - acquista a KM 0 - è il messaggio che appare sempre più spesso tra i siti ambientalisti, mentre in Brianza e nell'altopiano ragusano decine di distributori di latte crudo, vendono il proprio prodotto con lo slogan "dal produttore al consumatore".Persino la coldiretti ha deciso di dare un vero e proprio taglio alla filiera, piazzando sulle bancarelle i prodotti freschi di campo.
Ci aspetta un futuro che ha il sapore del passato.

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giovedì 12 febbraio 2009

Sir William Shakespeare delle Due Sicilie


Messina, 12 febb 2009 - Ieri sera l'inchiesta di Voyager, in onda alle 21 su Rai 2, è tornata a chiedersi se 'Shakespeare era siciliano'?La trasmissione condotta da Roberto Giacobbo ha approfondito le ragioni per cui si ritiene che l'autore più conosciuto al mondo possa avere origini in Sicilia e più precisamente a Messina.

In precedenza il quotidiano londinese “The Times”, l’8 aprile 2000, aveva riportato uno studio inglese e del prof. Martino Iuvara di Ustica, docente di Letteratura Italiana all’università di Palermo, secondo il quale William Shakespeare sarebbe nato proprio a Messina, da dove dovette scappare alla volta di Londra a causa della santa Inquisizione. I suoi genitori, infatti, sarebbero stati sostenitori e assertori del calvinismo. Il suo vero nome sarebbe stato Michelangelo Florio Crollalanza, poi tradotto letteralmente in "Shake= scrollare; Speare= Lancia". Scrollalancia.

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mercoledì 11 febbraio 2009

A Castelvetrano una lapide a ricordo dei Borbone



Una domenica di pioggia e vento, come non se ne vedevano da anni, in una zona quella della Sicilia Sud-Occidentale, per sua natura molto mite, non ha scoraggiato l'inossidabile  Pino Marinelli che ha partecipato alla scopertura di una lapide in ricordo della "Porta Ferdinandea" di Castelvetrano, come tante se ne trovano in Sicilia, costruita in occasione della visita di Ferdinando I di Borbone alla città.

Questo tassello, anche se può sembrare piccolo, rappresenta la volontà di cambiamento delle istituzioni e di quei cittadini che vogliono riscoprire il proprio passato, la propria storia e che hanno capito che essa è maestra del presente e del futuro.


Un caloroso ringraziamento va dunque a Pino Marinelli, già protagonista dell'intitolazione a Ferdinando II di una nuova piazza a Sciacca, che con la sua presenza a Castelvetrano, ci ha reso partecipe di questa bella iniziativa, nella speranza che altre ne seguiranno.






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La Sicilia, Garibaldi e lu Gattopardu


Raimondo Moncada, nato ad Agrigento nel 1967, è attore amatoriale e si diletta a scrivere per il teatro. Ha recitato con diverse compagnie teatrali della provincia di Agrigento. Ha partecipato al laboratorio di formazione tenuto nel 1989 al teatro “Pirandello” di Agrigento dal regista Accursio Di Leo; nel 1990 e 1991 ai laboratori teatrali organizzati dalla Provincia Regionale di Agrigento, diretti da Andrea Camilleri e tenuti da insegnanti dell’ Accademia “Silvio D’Amico” di Roma; nel 1997, ha partecipato a un corso di doppiaggio presso la scuola della Titania s.r.l. di Roma. Recita attualmente con l’Accademia teatrale di Sicilia di Raffadali, realizzando prevalentemente opere di Pirandello e spettacoli legati ad autori siciliani. Nel 2003 scrive la sua prima opera teatrale di genere satirico in dialetto siciliano dal titolo “Odissea: Ulissi, i froci e ‘na troia” che dirige e mette in scena l’anno successivo. Nel 2004 scrive la sua seconda commedia, sempre di carattere comico-satirico, dal titolo: “Il peccato di Eva”. Nel 2007 finisce di scrivere la sua terza opera dal titolo “Ti tocca anche se ti tocchi”.


La Sicilia, Garibaldi e lu Gattopardu
di Raimondo Moncada


Un gnornu ddu criaturi di lu Patrieternu si scippà un diamanti di la so curuna. Lu pusà, comu un siggillu, ammenzu a lu mari africanu. Fici accusì la Sicilia, na terra splinnenti di filicità: locu di gastimii, fami, siti e cripacori, unni l’amuri, l’arti e la puisia sunnu lu cumpanaticu. Ddiu misiricurdiusu la lassà aperta in ogni latu picchì accussì cu l’avia a conquistari, mischineddu, ci sbarcava facirmenti e nun avia a faticari porti porti cu li ficatedda di fora. Quantu genti vinniru, in Sicilia: greci, rumani, arabi, nurmanni, francisi, angioini, svevi, spagnoli, aragunisa, turchi. Me pa, me mà. Me soggira! Diu nni scanza! Genti di tanti culura, razza e religioni: cristiani e mussulmani; carmi e nirbusi; saracini, vandali, sandali, pirati, timpuluna. Vinni puru un certu Curabardu, u ginirali Garibardi ‘nsumma. Curabardu scinniù pi na scummissa ca un jornu fici cu Granita, la cumpagna ca lu facìa ‘mpazziri cu i limunati.- Chi nni iucamu, duci Granita mia, ca il tuo fidanzatino, Pippineddu, l’iroi non di uno ma di due mondi, scente ‘nta lu Regno non di una ma di li due Sicilie, lu ‘ncugna cu lu restu di lu continenti, fane uno sgarro ai Barboni ca lo covernano e coi piemontesi savoiardi ti fane una bella Unità d’Italia a la facciazza azzariata dei Longobbardi?- Le carni mi arrizzano per come sei azzardoso, Giusippino mio. Come farai a cummincere a Bossi di la lega nordica e ai boss di la mafia sudicia? E’ un’impresa non da uno ma da mille! - Scummittemu, asprigna Granitedda mia, ca il tuo Pino silvestro, sarbaggio du narura, ci arrinesci? - Gna scummittemu, comu dici tu! Ma si ti ammazzano e perdi malamenti ti tiru unu pi unu li pila di la varba ca avi già nu bellu pezzu ca provu a vasariti e mi pungi la funcia di gumma ca lu chirurgu anasteticu mi fici nova nova l’antru jornu a l’amucciuni, per sentirmi bella e apparascenti: alla moda . - Perché ammeci, facennu li scongiuri e stringennu l’arsenali bellicu fortemente contro l’infausto destino, perché, dicevo, ammeci di la varba, non ci giochiamo un bicchireddu di vinu duci di Marsala, sbattutu cu l’ovu, ca dici ca l’ovu sbattutu rimporza a cu si voli beniri? - Chi cosa nova è mai chista, Pippineddu miu ? Lu Risorgimentu scupristi? L’ovu sbattutu pi una sirena e ardimentosa vicchiaia! ? Gnadà, scummittemu la massima puntata: una vutti di Marsala sbattuta cu una cartedda d’ova. Curabardu si parti allura pi Marsala. - Lu vinu, vogghiu vinciri lu vinu! Vogghiu la vutti china e la mughieri ‘mbriaca!- Cu lu rimporzu! Ci arricorda Granita.- Cu lu rimporzu! Ci conferma lu cumpagnu.
Foddi!!! Lu troppu suli ci avia datu ‘ntesta a Garibardi e a chiddi milli spirtuna ca cci eru darrè, cu la prumisa di un pusticeddu di travagghiu quannu grapìa lu canteri di lu gran ponti di Missina. Si partiu di Quartu, vicinu Genua, cu du varchi malacumminati, e dintra, stritti stritti i milli spirtuna ca dicica milli sardi salati dintra nna scatulidda di lamera parianu in un hotel a cinque stelle: ci stavanu di papa!Sbarcaru in Sicilia cu li cammisi russi pi la vrigogna. Eranu li milli liberatura ma lordi, sudati e mortidifami, parianu extracomunitari in cerca di furtuna.
Scinneru pi iunciri l’Italia, dicica. Ca senza la Sicilia, dicica, l’Italia nun era Italia. E la iunceru, dicica. Ma senza lu gran ponti di Missina: custava troppu assà e c’era d’aviri a chi fari cu l’ambientalisti ca facianu burdellu pi l’impattu ambientali. Garibaldi nun sapìa chi era ma ci cunsigliaru di smammari.Lu libberaturi, sbintuliannu la bannera tricculuri, avìa prumisu travagghiu e terra a li picciotti e a li viddana ca cu i milli russi guirreri si juncianu pi sbarazzari la Sicilia di li Barbuna. - Portiamo democrazia, pace, ricchezza, lavoro per tutti, libertà! Parapà, parapà!!!Bella liberazioni. Complimenti ‘mpari Pè! Nni sdisulasti! Aumentaru li tassi, nni misiru l’emigrazioni. Pari ca nni dissiru: da troppo tempo voi siciliani subite dominazioni! Ora andate fuori a conquistare il mondo! Cu li navi, li treni, armati di valiggi e valiggiuna, un tozzu di pani, na pezza di tumazzu e quarchi aranciteddu, si parteru pu Sbergiu, America, Inghilterra, Doicciland. E bravu Garibbardi! Veramenti bravu, non c’è che dire: morti di fami eramu e cchiù morti di fami addivintamu! Doppu li cammisi russi vinniru chiddi niuri e poi chiddi a stelle e strisce di l’americani… il pugno di ferro dello Stato Intaliano! Ni lassaru la mafia e li morti amazzati, stragi di ‘nnuccenti, di judici, sbirri, siciliani curaggiusi. Quann’è ca avi a cangiari? S’aspetta ca la Sicilia si sbacanta cu la nuova emigrazioni? Con la fuga dei cervelli all’estero… ca ditta d’accussì pari ca nni lassaru tutti scimuniti.
Cangia cangia e nun cangia nenti! Dissi lu liuni… no chi era: lu gattu… la pantera? Un felinu sicuramenti. Ah! Lu gattopardu, lu dissi lu Gattopardu! Tutto deve cambiare, affinché non cambi niente.


Traduzione

Un giorno quel poverino del Padreterno si strappò un diamante dalla corona. Lo poggiò, come un sigillo, in mezzo al mare africano. Creò, in tal modo, la Sicilia. E la creò lasciandola aperta in ogni lato per senso di misericordia: chi la voleva conquistarla, poverino, lo faceva senza che dovesse faticare. Quanti popoli sono passati per questa terra: greci, romani, arabi, normanni, francesi, angioini, svevi, spagnoli, aragonesi, turchi, mio padre, mia madre, mia suocera: dio ci preservi! È venuto pure un certo generale Garibaldi che scese in Sicilia per una scommessa che un giorno fece con Granita, la compagna che riusciva a farlo impazzire con le limonate. - Cosa ci giochiamo, dolce Granita mia, che il tuo fidanzatino, Peppino, l’eroe non di uno ma di due mondi, scende nel Regno non di una ma di Due Sicilie, lo unisce con il resto del continente, fa uno sgarbo ai Barboni che lo governano e con i piemontesi savoiardi ti fa una bella Unità d’Italia alla faccia dei Longobardi?- I peli delle carni mi si allungano per come sei azzardoso, Giuseppino mio. Come farai a convincere a Bossi della lega nordica e ai boss della mafia sudicia? È un’impresa non da uno ma da mille!- Scommettiamo, asprigna Granitella mia, che il tuo Pino silvestre, selvaggio di natura, riesce nell’impresa?- E dai, scommettiamo, come di ci tu! ma se ti ammazzano e perdi malamente, ti tiro uno per uno i peli della barba che è ormai da un pezzo che provo a baciarti e mi pungi la bocca di gomma che il chirurgo estetico mi fece l’altro giorno di nascosto per sentirmi bella e appariscente: alla moda.- Perché, invece, facendo gli scongiuri e stringendo fortemente l’arsenale bellico contro l’infausto destino, perché, dicevo, invece della barba, non ci giochiamo un bicchiere di vino dolce di Marsala,sbattuto con l’uovo perché dicono che l’uovo sbattuto rinforza a chi si vuole bene?- Che cosa nuova è questa, Peppinello mio? Il Risorgimento hai scoperto? L’uovo sbattuto per una serena e ardimentosa vecchiaia!? E dai! Scommettiamo la massima puntata: una botte di Marsala sbattuta con una cassa di uova. Garibaldi si parte allora per Marsala. - Il vino! Voglio vincere il vino! Voglio la botte piena e la moglie ubriaca!- Con il rinforzo! Gli ricorda Granita. - Con il rinforzo! Gli conferma il fidanzato.
Pazzo!!! Il troppo sole aveva dato alla testa a Garbialdi e a quei mille furbacchioni che gli sono andati dietro, con la promessa di un posto di lavoro quando apriva il cantiere per il gran ponte di Messina. Si partì da Quarto, vicino Genova, con due barche scassate e dentro i mille furbacchioni che mille sarde salate dentro una scatoletta di lamiera sembravano in un hotel a cinque stelle: ci stavano da papa!Sbarcarono in Sicilia con le camicie rosse per la vergogna. Erano i mille liberatori, ma sporchi, sudati e morti di fame. Sembravano extracomunitari in cerca di fortuna.
Sono scesi, si dice, per unire l’Italia. Questo era l’intento. Perché, era la convinzione, senza la Sicilia l’Italia non era Italia. E l’hanno unita, si sostiene. Ma senza il gran ponte di Messina: costava troppo e c’era d’avere a che fare con gli ambientalisti che facevano un gran casino per l’impatto ambientale. Garibaldi non sapeva che cos’era ma gli consigliarono di girare alla larga. Il Liberatore, sventolando la bandiera tricolore, aveva promesso lavoro e terra ai picciotti e ai contadini che si univano ai mille rossi guerrieri per togliere di mezzo i Barboni dalla Sicilia. - Portiamo democrazia, pace, ricchezza, lavoro per tutti, libertà! Parapà, parapà!!!Bella liberazione. Complimenti compare Peppino! Ci hai rovinato! Sono aumentate le tasse, ci hanno messo l’emigrazione. È come se ci avessero detto: da troppo tempo voi siciliani subite dominazioni! Ora andate fuori a conquistare il mondo!Con navi, treni, armati di valigie e valigioni, un tozzo di pane, un pezzo di formaggio e qualche arancia, i siciliani sono partiti per il Belgio, l’America, l’Inghilterra, la Germania. E bravo Garibaldi! Veramente bravo, non c’è che dire: morti di fame eravamo e più morti di fame siamo diventati!Dopo le camicie rosse, sono venute quelle nere e poi quelle a stelle e strisce degli americani… il pugno di ferro dello Stato Italiano! Ci hanno lasciato la mafia e i morti ammazzati, stragi di innocenti, di giudici, sbirri, siciliani coraggiosi. Quando deve cambiare? Si aspetta che la Sicilia si svuoti con la nuova emigrazione? Con la fuga dei cervelli all’estero… che detta in questo modo sembra che ci hanno lasciato tutti rimbambiti.
Cambia cambia e non cambia niente! Ha detto il leone… no! Che cos’era? Il gatto… la pantera? Un felino era sicuramente! Ah! Il gattopardo, lo ha detto il Gattopardo! Tutto deve cambiare, affinché non cambi niente.
Raimondo Moncada

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mercoledì 4 febbraio 2009

C’ERA UNA VOLTA IL SUD EST



Al teatro Vittorio Emanuele di Noto, domenica 25 gennaio 2009, per l’anniversario del riconoscimento Unesco agli otto comuni del Val di Noto, si è svolto il convegno “C’era una volta il Sud Est” promosso nell’ambito del Festival del Paesaggio.

L’inserimento delle città del Val di Noto fra i beni tutelati dall’Unesco ha fatto nascere "Il Festival del Paesaggio" che pone al centro della sperimentazione culturale la ri-scoperta del Paesaggio come segno d’Identità di un territorio.

Il paesaggio è il perno della storia e dello sviluppo di un determinato territorio: non è solo luogo geografico ma energia, economia, architettura, immagine dell’uomo che vive in un ben individuato paese. In definitiva il Paesaggio è Heritage, questa è la consapevolezza che si deve diffondere.
L’evento è stato occasione per un dibattito con i protagonisti del riconoscimento Unesco 2003 sul programma di rinascita del Sud Est siciliano a 5 anni di distanza. La creazione del distretto del sud est ha avuto il merito di “sprovincializzare” il nostro territorio, non sono mancate delle battute di arresto ma occorre insistere in questa opera.
Pretesto per una riflessione sui punti di forza e di debolezza del progetto di rinascita del territorio del Val di Noto, nel convegno sono stati affrontati temi di politica, territorio, innovazione, eccellenza, talento, classe dirigente, salvaguardia, valorizzazione, sovranità territoriale, sviluppo sostenibile. Si è messo in luce che le alternanze politiche non devono compromettere la continuità dei progetti territoriali, ma occorre soprattutto confrontarsi, incontrasi per parlare, per progettare insieme il futuro.

Il riconoscimento Unesco non è un traguardo, ma è un punto di partenza di un percorso di collaborazione fra i comuni del Val di Noto che devono essere messi in rete, un cammino che deve favorire l’integrazione fra il mondo pubblico e il mondo privato. Fare il punto della situazione è stato un elemento fondamentale alla luce dei nuovi bandi europei che rappresentano per il nostro territorio l’ultima occasione per sfruttare risorse comunitarie.

Dal convegno si è alzata, anche, la voce che sui temi di energia e ambiente occorrono idee chiare. E’ necessario approvare piani di tutela del paesaggio. Questo non significa schierarsi contro mezzi di produzione di energia alternativa, ma questi mezzi devono rispettare le peculiarità del territorio. Serve una regolamentazione per eliminare i condizionamenti del potere economico. Per esempio è emerso che molti impianti eolici, già realizzati, non sono messi in rete, per cui non sono vere iniziative per produrre energia, ma solo una scusa per utilizzare fondi europei e quindi utili a favorire determinati gruppi di potere.

Corrado Arato
Comitato Storico Siciliano

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Il Comitato Storico Siciliano a Castelvetrano


Pino Marinelli, già segretario Comitato Storico Siciliano

In occasione della cerimonia di domenica 08/02/2008 che culminerà con la scopertura di una lapide dedicata a Maria Carolina, regina delle Due Sicilie, sarà presente una delegazione del Comitato Siciliano, guidata dal segretario regionale Pino Marinelli per partecipare all'evento.

IL PROGRAMMA

- ore 15:00, presso Piazza Matteotti in Castelvetrano - Scopertura Lapide

- ore 16:00, presso la "Sala Convegni Archivio Notarile" in via Garibaldi - Convegno sulla figura di Maria Carolina

I compatrioti della zona sono invitati a presenziare.


per info:
Davide Cristaldi
340-7640740
CDS-SICILIA

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lunedì 2 febbraio 2009

Scopertura di una lapide a Maria Carolina



Castelvetrano(TP) - Domenica 8 febbraio 2009

La presente per comunicare che alle ore 15:00, presso Piazza Matteotti in Castelvetrano, sarà scoperta una lapide alla regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando I di Borbone , Re delle Due Sicilie.

La manifestazione proseguirà con un convegno, che avrà inizio alle ore 16:00 presso la "Sala Convegni Archivio Notarile" in via Garibaldi, in cui sarà discussa la figura della regina e la sua storica permanenza in Castelvetrano durante l'invasione napoleonica della parte continentale del Regno.

Relatori: Francesco Calcara, Aurelio Giardina, Matteo Venezia.

Moderatore: Nobile Dottor Antonio Di Janni Commendatore di Grazia Vice Delegato per la Sicilia.

fonte: DueSicilie.com


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