venerdì 26 marzo 2010

Il caso Maria Sofia approda sul Corriere di Sciacca




Amici e compatrioti,

un insperato aiuto nel far capire ad una parte degli “sciacchitani” che la “Storia” è cultura e non politica è venuto oggi dal giornale locale più letto in città e non solo.

I compatrioti che volessero onorare un giornale “coraggioso” ed il suo direttore non hanno che da mandare una email a questo indirizzo:

corrieredisciacca@libero.it (alla cortese attenzione del Dr. Filippo Cardinale)

Dunque avete seguito i precedenti avuti con un “foglietto” locale, il quale, “dopo aver gettato il sasso,” ha nascosto la mano, omettendo, nonostante il mio richiamo al “diritto di replica” di pubblicare la mia lettera di rimostranze fatte a muso duro, non contro la persona che aveva firmato l’articolo, bensì contro la sua “ignoranza” storica.

Ebbene, non avendo avuto soddisfazione dal “foglietto”, scrissi una lettera al Direttore di una pubblicazione mensile locale titolata “Il Corriere di Sciacca”, avendo dimenticato che trattasi di una pubblicazione mensile, avevo pensato (male) che anche quel giornale o fosse sul libro paga di qualcuno o peggio ancora, il direttore avesse “paura” di esporre le proprie opinioni, cosa “normale” nella stampa locale. Oggi, invece, allertato che c’era in giro per Sciacca un articolo a mia firma e, ricordandomi del “Corriere” sono andato di corsa a comprare il giornale.

Ho dovuto rileggere più volte la risposta del Direttore del Corriere Filippo Cardinale, perché non credevo a quanto stessi leggendo, in quanto il Direttore, non solo ha sposato la nostra tesi della ricerca storica, ma è andato giù di brutto, parlando dell’uso improprio che si fa a Sciacca della Cultura.

Ma non voglio anticiparvi nulla e buona lettura.

Pino Marinelli
Segretario Comitato delle Due Sicilie-Sicilia

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martedì 23 marzo 2010

Ricordata la battaglia a difesa della Cittadella di San Raineri (Gazzetta del Sud)


Le foto esposte nella conferenza sono di Armando Donato Mozer
Responsabile CSS - Messina


Era la più importante fortezza del Mediterraneo, costruita nel XVII secolo a difesa della città(nonostante la versione storica ufficiale sostenga il contrario).
Adesso continua a guardare Messina dalla Falce e chiede aiuto soffocata com'è dal degrado.
E' la storia della Real Cittadella.
Sabato è stato il centoquarantanovesimo anniversario della battaglia a difesa della fortificazione che vide capitolare assieme al regno borbonico di fronte all'esercito piemontese.Una ricorrenza celebrata con una serie di iniziative promosse dal Circolo del Buongoverno e dal comitato costituito dalle delegazioni cittadine del Sacro Militare Ordine Costantiniano di S.Giorgio, del Comitato Storico Siciliano, dell'Associazione culturale Neoborbonica, dell'Istituto Italiano dei Castelli, dell'Associazione Amici del Museo e dell'Associazione culturale "Generale Fergola".

A partire da venerdì, infatti, nelle chiese di S.Caterina e S.Maria Alemanna, si sono svolti diversi incontri per commemorare la battaglia, fino alla conferenza di ieri, tenuta da Franz Riccobono per tracciare un profilo storico della Real Cittadella dal 1861 ad oggi.
Un secolo e mezzo in cui la fortezza progettata dall'architetto fiamingo Carl Grinemberg si è trasformata da luogo simbolo di difesa a emblema dell'indifferenza delle istituzioni e degli stessi cittadini."Stando a quanto racconta la storiografia ufficiale, la struttura fu eretta contro i messinesi in seguito alla rivolta antispagnola del 1674 - ha spiegato Riccobono -. In realtà il progetto di una fortificazione era stato già previsto: la Real Cittadella fu soprattutto baluardo di difesa della città".

Da quasi un secolo, come si sa, la roccaforte versa nel completo abbandono, prima demolita in più parti e poi "trasformata nella pattumiera di Messina"
Parole sottolineate dalle fotografie che hanno mostrato lo stato attuale della Cittadella, svilita dall'ecomostro dell'inceneritore, occupata abusivamente come abitazione e trasformata in discarica."Eppure basterebbe un'operazione di pulizia per riconsegnarla alla fruizione pubblica, anche come sede di eventi culturali".Nel corso della conferenza, un accenno è stato fatto anche al progetto del CDAC della Sopraintendenza, vanificato dopo la perdita dei finanziamenti(11 milioni di euro dell'Unione Europea).

Un progetto secondo Riccobono non adatto alle caratteristiche della fortezza: "Un monumento insigne di architettura militare senza eguali che potrebbe essere semplicemente museo di se stesso".
Roberta Cortese

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mercoledì 17 marzo 2010

Conclusa la tre giorni dedicata al 149° Anniversario dell’eroica resistenza della Real Cittadella di Messina.


(All'interno le foto)

Si sono concluse positivamente le iniziative dedicate al 149° Anniversario dell’eroica resistenza dei soldati Duosiciliani contro gli invasori Piemontesi. Quest’anno le manifestazione sono state suddivise in tre specifiche giornate.

Venerdì 12 nella splendida cornice della chiesa sveva di Santa Maria Alemanna ( scelta a causa del diniego della disponibilità della aule presso il Comune e la Provincia), gremita di pubblico per l’occasione, si è tenuta la conferenza di apertura alla quale hanno partecipato illustri studiosi e ricercatori, tra i quali il nostro Valentino Romano che ha brillantemente argomentato sulla figura del capo della polizia Borbonica siciliana Salvatore Maniscalco, una delle tante vittime della mistificazioni storiche perpetrate dai savoia, soffermandosi su alcuni eloquenti esempi circa la lentezza burocratica della giustizia italiana, in netto contrasto con quella Borbonica, per concludere sottolineando il fatto che il bene più prezioso scippato dai fautori dell’unità d’’Italia alle popolazioni del sud sia stato quello della memoria.

La mattina di sabato 13 è stata celebrata la messa in suffragio dei caduti della Real Cittadella, officiata da Mons. Mario Di Pietro, successivamente si è deposto l’ omaggio floreale presso il monumento a Carlo III° di Borbone per poi procedere, sotto una pioggia battente ed incessante, verso lo spalto del Bastione Santo Stefano della Real Cittadella, per la commemorazione dei fatti d’arme e la deposizione di una corona d’alloro. Il consueto omaggio floreale al monumento a Ferdinando II di Borbone non è stato possibile causa maltempo, ma ci sono in atto diverse iniziative curate dal Prof. Franz Riccobono circa il recupero e la collocazione della statua in una zona più consona e dignitosa.

Subito dopo un gruppo dei partecipanti si è soffermato preso il negozio di antichità di Franz Riccobono,che non a caso porta il nome “Due Sicilie”, per scambiare opinioni e visionare importanti documentazioni e reperti storici a tema.
Domenica 14 si è ritornati alla chiesa di Santa Maria Alemanna per la conferenza conclusiva, nella quale con un deciso ed apprezzato discorso supportato da immagini e fotografie, il Prof. Franz Riccobono ha relazionato sulla storia della Real Cittadella e della zona falcata, rivolgendosi contro l’inerzia degli amministratori locali rappresentanti dello stato italiano (come sempre assenti in queste manifestazioni), e denunciando energicamente e per l’ennesima volta, il non casuale e vergognoso stato di abbandono e degrado dell’area, proprio perché esso rappresentò il luogo della resistenza agli “pseudoliberatori” piemontesi e quindi simbolo da cancellare e tenere nell’oblio, in sfregio al rispetto della verità storica ed all’onore dei soldati che non sia arresero mantenendo fede al proprio giuramento ed ai propri ordini, come qualsiasi buon soldato appartenente ad un esercito degno di tale nome avrebbe fatto.

Armando Donato
Responsabile Comitato delle Due Sicilie - Messina

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martedì 16 marzo 2010

Cialdini non merita una strada (LA SICILIA)



RIPOSTO. "Il generale fu un criminale di guerra". Il sindaco deciderà se fare cambiare intestazione
Può Riposto essere inserita tra le "Città per la vita - Città contro la pena di morte" e annoverare nello stesso tempo nella propria toponomastica una strada dedicata a un autentico criminale di guerra - il generale Enrico Cialdini - che non esitò a mettere a ferro e fuoco interi paesi del meridione, appena annesso al Piemonte, passando per le armi uomini, donne e bambini?
Un quesito che accompagna la richiesta di cambiare tale denominazione con quella di una personalità che "meglio possa rappresentare i valori della sicilianità", avanzata al sindaco Carmelo Spitaleri da Rosario Pistorio, pensionato di Torre Archirafi.

"Tre gli episodi in particolare, avvenuti negli anni seguenti all’annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte - racconta Pistorio - caratterizza la ferocia di Cialdini come luogotenente dell’ex regno borbonico: il cannoneggiamento di Mola di Gaeta e gli eccidi di due paesi sanniti, Casalduni e Pontelandolfo nel 1861".
"Nel nome della lotta al brigantaggio - continua - che altro non fu che la legittima resistenza all’invasore piemontese, la repressione messa in atto da Cialdini, come scrive Vittorio Messori, registrò nel solo Napoletano 8.968 fucilati, tra i quali 64 preti e 22 frati; 10.604 feriti; 7.112 prigionieri; 918 case bruciate; 6 paesi interamente arsi; 2.905 famiglie perquisite; 12 chiese saccheggiate; 13. 629 deportati; 1.428 Comuni posti in stato d’assedio.
"Mantenere detta denominazione alla via "de quo" - conclude Pistorio - suona come un’offesa al buon senso.
Sarebbe giusto rimuovere al più presto tale targa stradale
".
"Alla luce di questa richiesta - risponde il primo cittadino ripostese Spitaleri - attenzioneremo, magari con l’aiuto di esperti, gli episodi che hanno visto come protagonista Cialdini prima di decidere, considerando anche che si tratta di una strada storica di Riposto".

SALVO SESSA

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lunedì 8 marzo 2010

Pubblicate le firme per l'intitolazione di un Belvedere di Sciacca alla Regina Maria Sofia



Il Coordinamento Siciliano rende pubbliche le prime firme ed invita gli amici ed i simpatizzanti che ancora non lo avessero fatto a dare il loro contributo essenziale per portare a casa questa piccola grande vittoria.

Per partecipare alla raccolta firme è necessario inviare una mail di sostegno all'iniziativa a: brunettocarmelo@hotmail.it
ed in copia conoscenza a:
comitato@comitatosiciliano.org


Seguono le firme:

Egregio,sindaco
La storia non si puo cambiare e noi non dobbiamo negarla.
Il belvedere alla regina Maria Sofia,anche per una sorte di onestá intellettuale, penso che sia giusto intitolargli qualche cosa che ne ricordi il nome.
I savoiardi non debbono cercare di occulatare le stragi compiute in nome dell´Unitá d´Italia, in Sicilia.

Rosario Cambiano
Emigrato in Germania
--
Messaggio inviato al Vicesindaco Avv. Brunetto
Aderisco all'iniziativa nel nome del comitato del regno delle due sicilie
ed affinchè sia vivo il ricordo storico della nostra terra

cordiali saluti

Tagliarini Giovanni
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Egregio Avv. Brunetto,

sono venuto a conoscenza della splendida iniziativa del Comune di Sciacca: seppure si tratti di una semplice decisione di toponomastica, porta in sé un importante valore simbolico e civico perché rappresenta il sacrosanto e necessario recupero dell'identità di quella grande porzione dell'Italia che formava il Regno delle Due Sicilie.
Dopo un lunghissimo periodo di oscuramento e discredito da parte della storiografia ufficiale e di rinnegamento da parte delle elites culturali locali, la riscoperta e lo studio approfondito della storia di questo grande Stato italiano preunitario costituisce autentica linfa vitale per il Paese, indebolito dal crollo della mitologia risorgimentale e sottoposto a continue spinte centrifughe. Al contrario di tante iniziative "padane" che vanno in direzione della disgregazione, il recupero della gloriosa Storia meridionale rappresenta il vero "completamento" dell'Unità del Paese!
Maria Sofia, bavarese, sebbene abbia regnato a fianco di Francesco II solo per un anno, costituisce un personaggio storico di grandissimo valore per il suo esempio di generosa dedizione al suo popolo e al suo esercito durante la sfortunata resistenza di Gaeta. Tutta l'Italia dovrebbe renderle merito e riparare agli indicibili torti che le furono causati in vita: cominciamo quindi dedicandole uno splendido belvedere in quella che fu la "sua" amata Sicilia!

Le esprimo i sensi della mia stima e la saluto distintamente,

Ing. Mario Bellotti
Milano
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Sostegno a Pino Marinelli e Maria Sofia.
Saluti.

De Luca Luigi
Responsabile Ufficio Autoricambi
Via Nazionale,2
87060 Mirto-Crosia (Cs) Italy
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All'Avv.Carmelo Brunetto, vicesindaco di Sciacca,

mi è giunta notizia che è in cantiere l'intitolazione a Maria Sofia del Belvedere cittadino. Il mio encomio al suo lavoro, sarebbe una scelta apprezzabile perchè finalizzata finalmente alla riscoperta della nostra identità, una scelta che porrebbe la cittadina alla ribalta sui giornali italiani e che potrebbe pure avere delle ripercussioni positive sul turismo locale. Mi auguro quanto prima che ufficialmente esiste una piazza dedicata all'ultima regina del Sud.

Angelo D'Ambra
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Al Sig. Sindaco Avvocato Carmelo Brunetto,

le scrivo per renderle nota la mia sincera stima per l'opera di rivalutazione storica che sta portando avanti nella bella città di Sciacca.

Spesso la verità non è quella che piace a tutti e per ricercarla a volte è necessario andare controcorrente.

Ma la verità è dei giusti e per questo, grazie al suo intervento giustizia sarà fatta su una donna, la Regina Maria Sofia, che da sola rappresenta una delle poche cose buone che in questo Sud fatto di disoccupazione, mafia, criminalità, disfattismo, menefreghismo, ingiustizia, ci rimane e per la quale noi siciliani possiamo ancora camminare a testa alta, orgogliosamente.

Un forte abbraccio

Davide Cristaldi
Comitato delle Due Sicilie
Giarre(CT)
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Carissimi amici,
pur essendo innamorata della Sicilia di cui conosco tanti siti bellissimi, non ero mai venuta a Sciacca, e mi ripromettevo un prossimo viaggio, felice di trovare l'omaggio del vostro ricordo a Maria Sofia, ultima Regina di un grande Regno, ahimè sparito dalle carte geografiche e dalla memoria dei più: giovane Regina che tutto il mondo conosce per la bellezza della sua figura, eroica sugli spalti di Gaeta accanto ai soldati che combattevano e morivano per la loro Patria e il loro Re, e amorevole madre poi quando andò a visitare, in quasi anonimato, i soldati figli del Sud portati a combattere sul fronte nord est di un'Italia matrigna.
Sarebbe per me un motivo più che sufficiente per venire a Sciacca: dal vostro belvedere con voi non immemori, rimirare quel mare che Maria Sofia, venendo in sposa a Francesco II, forse aveva sognato, ma poi portò solo come rimpianto nel cuore per tutta la vita.
Per ora è un augurio ed una speranza....ma fatemi sapere!
Caterina Ossi
Vittorio Veneto 15 febbraio 2010
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Egregio Avvocato,ho letto delle difficoltà che sta incontrando per portare avanti la delibera comunale per la intitolazione di un belvedere sul mare alla Nostra Regina Maria Sofia.
E' facile dire ,incitare,spronare ma è molto difficile fare e di ciò sono certamente convinto .
Purtroppo non posso però fare altro e quindi La eseorto ad insistere e persistere nella battaglia :Lei e quanti agiscono e pensano come Lei,ha dalla sua parte tutti quei meridionali desiderosi di riacquistare la perduta dignità identitaria e con essa l'orgoglio dell'appartenenza :il Regno delle Due Sicilie erede del plurisecolare Regno di Sicilia rappresentava la indipendenza e l'autonomia del Sud e i Siciliani sanno benissimo che mentre con quel Regno erano coprotagonisti di un Regno Siculo-Continentale ,dopo la conquista piemontese, e la cosa dura ancora oggi,divennero semplici gregari di uno stato solo continentale ed a prevalente potere nordista.
Allora,Gentile Avvocato,non si fermi,vada avanti e ci dia la gioia e l'orgoglio di essere tutti a Sciacca per lo scoprimento di quella targa stradale!
Con viva cordialità Giovanni Salemi (oriundo piazzese)
da Capua il 15.2.2010
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Gentile Avv. Carmelo Brunetto,

mi unisco all'accorato appello che Lei sta ricevendo in questi giorni, teso ad intitolare la piazzetta (ancora priva di nome) in via Allende, del comune di Sciacca, che Lei rappresenta nella qualità di vice Sindaco, all'ultima Regina del Regno delle due Sicilie, Maria Sofia di Borbone, denominandola "Belvedere Regina Maria Sofia di Borbone".

Tra le tante vie, piazze, palazzi, scuole, padiglioni universitari, ospedali e tanto altro che sono state immeritatamente intitolate in tutta Italia (la storia la scrive chi vince !) a uomini che hanno ridotto il meridione ed in particolare la nostra la Sicilia nelle condizioni in cui impietosamente vessa sin dai giorni nefasti dell'Unità d'Italia (anzi, più precisamente dell'estensione del regno piemontese), ritengo che meriti ampia risonanza – come atto di giustizia - il ricordo di una donna - impegnata nel bene comune - defraudata del suo Regno.

Non entro nel merito delle cause che stanno portando la nostra società e la nostra civiltà all’implosione: se prima si parlava di emergenza educativa oggi si parla sempre più di tragedia educativa !, ma di certo non è stato ininfluente il genocidio (mascherato) perpetrato nei confronti del popolo siciliano dall’Unità d’Italia in poi.

C’è bisogno di creare, con estrema urgenza, “buona cultura” a beneficio delle generazioni future anche perché, come diceva Don Luigi Sturzo (siciliano di Caltagirone) "Il buon governo esige buona cultura" e senza la conoscenza autentica della realtà, non si va da nessuna parte. Anzi, si implode perché mancano i punti fermi di riferimento che avevano costruito una società autentica.

Ma per costruire bene il futuro, bisogna conoscere soprattutto il passato e operare per il bene comune riconoscendo prioritariamente il rispetto per la persona umana.

Sono fermamente convinto che in una società come è quella attuale, che si affida alla sola ragione strumentale e priva quindi di punti fermi di riferimento, incapace di esercitare l’autentica libertà, che è scelta del bene, incapace di affermare il rispetto e la dignità dell’uomo sin dal suo concepimento e di difendere l’unità della famiglia, le persone impegnate nel settore della ricostruzione della verità storica, contribuiscono ad alimentare la speranza, quella speranza di cui gli uomini hanno bisogno per continuare a credere che non è stata scritta la parola fine e che, quindi, è sempre possibile intercettare le vie del bene.

A fronte di tanto umano impegno, pur tuttavia, occorre che la società civile si allinei ed intraveda, attraverso la personale responsabilità degli uomini della pubblica amministrazione, la necessità di intervenire con urgenza per la difesa di quel bene comune che è, per l’appunto, la ricostruzione storica della verità.

La ringrazio sin d'ora per le attenzioni che riporrà al caso che unanimemente Le sottoponiamo.

Rimango fiducioso di un Suo favorevole, positivo riscontro a beneficio del recupero identitario del popolo siciliano e degli ideali di verità e di libertà autenticamente vissuta.

Cordialità,

Dr. Giacomo Scalzo
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Gentile avv. Carmelo Brunetto,
dopo aver letto dell’iniziativa di Pino Marinelli circa la proposta d'intitolazione alla Regina Maria Sofia di un belvedere nella vostra splendida Sciacca, non ho potuto esimermi dallo sposare la sua causa. Tutti sappiamo quanto poco la toponomastica delle nostre città ricordi gli uomini e le donne che hanno fatto la storia delle Due Sicilie e quanto tale carenza nuoccia alla nostra memoria collettiva. Mi unisco, pertanto, al coro di voci che compatto richiede il "Belvedere Regina Maria Sofia".
Cordiali saluti
dott. Giuseppe Bartiromo
(Cava de Tirreni)
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La dignità degli uomini passa dalla conoscenza della storia, senza mistificazioni e falsi miti. Conoscere le radici per rifondare la dignità unitaria di un popolo, è un dovere a cui tutti noi siamo chiamati.

Maria Sofia, personaggio storico di tutto rilievo, merita l'intitolazione del belvedere e Sciacca, splendida perla siciliana, aggiungerà un'importante tassello alla sua lunghissima e gloriosa storia.

Francesco Conte - Napoli -
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con piacere trasmetto la adesione al progetto di far intitolare il belvedere di sciacca alla n.s. regina.
saluti Dino di Giorno
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Egregio Sig. Vicesindaco,

la Regina Maria Sofia è l'esempio della forza, amore e superiorità della donna Duo Siciliana.
Intitolarle il belvedere sarebbe un bell'esempio per le nostre donne di oggi di cui il colonizzatore savoiardo ha un pò spento gli animi.

Cordialmente
Alessio Candelma
Vieste, Gargano - Puglia.
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Egregio Avv. Carmelo Brunetto,

mi chiamo Alfonso Vellucci e abito in un piccolo paese nei pressi di Gaeta in provincia di Latina.

Vivo in un piccolo centro che, come tutta la zona del basso Lazio, faceva parte fino al 1927 della provincia di Terra di Lavoro, storica provincia del Regno del Sud. Sto riscoprendo da pochi anni la
storia della mia terra, una storia cancellata dai libri di scuola, una storia troppo scomoda e quindi ancor attuale e rivelatrice delle vere cause della questione meridionale e delle ragioni della ingiusta dicotomia economica Nord-Sud.

Mi rivolgo a Lei per sostenerla nel progetto di intitolazione del Belvedere di Sciacca alla regina Maria Sofia, una regina che ha dato tanto alle nostre terre. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro passato!

RingraziandoLa anticipatamente, Le porgo i più sentiti saluti.

Alfonso Vellucci
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Egregio Avvocato Brunetto,

desidero ringraziarLa per l'impegno da Lei profuso affinchè il nuovo belvedere della Sua bella città venga intitolato a Maria Sofia, ultima Regina delle Due Sicilie. Contrariamente a quanto asseriscono i nostri detrattori, i soliti storiografi risorgimentalisti dell'"Ipse Dixit" e i giornalisti prezzolati, la nostra battaglia per la verità Storica non può essere liquidata definendola "nostalgia Borbonica". Fortunatamente, si sta facendo sempre più chiarezza su un periodo buio della Storia del nostro amato Sud e chi ancora spera di farla franca utilizzando la disinformazione e la calunnia, rischia quantomenno di fare la figura dell' ignorante. Ma nonostante la malafede di certi squallidi individui, La invito a continuare la sua battaglia al fianco del presidente Pino Marinelli, affinchè la nostra bella e coraggiosa Regina possa essere finalmente ricordata ed onorata, dopo un secolo e mezzo di menzogne ed infamia..

Noi siamo al Suo fianco

Cordiali saluti

Giuseppe Simonetta (Comitati delle Due Sicilie- Caserta)
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Egr. avv. Carmelo Brunetto, vicesindaco di Sciacca,
la notizia della possibile intitolazione di un belvedere di Sciacca all'ultima Regina delle Due Sicilie, Maria Sofia, mi ha riempito di gioia perchè sarebbe il primo riscatto della nostra identità duosiciliana, dopo 150 anni di condizionamento mentale.
La prego quindi di "RESISTERE" alle pressioni che immagino sicuramente le sono state fatte o le verranno fatte.
Non si faccia impaurire da gente che ha venduto e continua a vendere la propria patria a chi l'ha distrutta.
Se l'intitolazione avverrà, sicuramente il fatto verrà emulato da altre amministrazioni comunali e partirà quel processo di "revisionismo" storico che forse porterà, spero presto, a veder scomparire i nomi di Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele dalla toponomastica delle nostre splendide città duosiciliane per lasciare il posto a Maria Sofia, a Francesco II e a Ferdinando II.
Con tutta la stima e l'incoraggiamento possibile, la saluto.

Giovanni Palmulli - Foggia, provincia di Capitanata.
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Sostengo la vostra iniziativa

Fabio Pizzino
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Egregio Avvocato,
credo che, dedicare il belvedere alla Regina Maria Sofia, sia un atto di riguardo nobile e generoso nei confronti della piu famosa delle Regine delle Due Sicilie e che tale evento, aldilà di sterili polemiche risorgimentali, rappresenti un concreto esempio della conservazione di una gloriosa memoria comune a noi meridionali, a volte incomprensibilmente ignorata.
Le invio distinti saluti.
Franco Frascani
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Egr. dr. Brunetto,
sta girando in rete l'opposizione del suo Comune ad intitolare il Belvedere alla ex Regina di Napoli e delle Due Sicilie, Maria Sofia.
Non conosco quali siano i motivi di opposizione, ma in questo momento in cui si festeggia l'annessione forzata dell'unità d'Italia, un gesto di distensione e di riconoscimento verso quanti fecero grande la Sicilia e tutto il Sud, porterebbe solo riconoscenza al Vs. Comune e un minimo di soddisfazione a quanti studiano la storia risorgimentale..
Non vi si chiede di intitolare il belvedere a Salvatore Giuliano, ma a chi è stata regina di un regno di cui molti oggi, anche solo per passione e per conoscere la propria storia, ne studiano le vicissitudini, i personaggi, le
luci ed ombre di un momento storico che ancora oggi, a distanza di 150 anni, si continua a raccontare in modo ambiguo, come minimo se non bugiardo, dando stura a tutta una serie di pregiudizi e di razzismo verso tutta la gente del sud, Sicilia compresa. Fareste solo del bene all'Italia intera. Mi associo per tanto anch'io a quanti vi esprimeranno questa richiesta, ricordandole che i politici sono al servizio dei cittadini e non viceversa. Spero per tanto che sul sito ufficiale del vs. Comune, vogliate spiegare le motivazioni di questo diniego e fare così sapere alla pubblica opinione a quale personaggio, o paese o altro intendete dedicarlo e con quali motivazioni.
Voglia accettare cordiali saluti.
Giuseppe De Gennaro
RHO (Milano)
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Plaudo all'iniziativa di intitolare il Belvedere di Sciacca alla Regina Maria Sofia il cui esempio non è stato certamente seguito da coloro (governanti italiani e soprattutto meridionali) che si sono succeduti al suo posto. Provvedimento che dovrebbe inorgoglire tutti noi meridionali. Speriamo che il suo esempio abbia, almeno nel Mezzogiorno, più di un seguito.

Gaetano De Mascellis
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Salve, non sono un cittadino di Sciacca, ma sono un cittadino meridionale e tanto basta a far si che le decisioni che si prendono lì siano decisioni che riguardano anche me. Scrivo per ivitare l'amministrazione comunale a rivalorizzare la straordinaria figura della nostra ultima Regina, che fu straordinario esempio di eroismo, umiltà e altruismo volti a fare il bene della sua patria adottiva, la nostra patria, cioè il Regno delle Due Sicilie.
Spero che per una volta la nostra memoria venga rispettata e ricordatata quel minimo che basta anche a livello istituzionale, e l'intitolazione del Belvedere alla nostra Regina è senza ombra di dubbio un passo importante in questo senso.
Cordiali saluti,
Luigi Rizzo
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Salve,

vorrei esprimere il mio sostegno alla pregevole iniziativa, volta a ricordare chi si è cercato di cancellare dalla storia.
Evviva chi, ancora oggi, rivendica un ruolo che ci apparteneva e ci appartiene. Noi non siamo la periferia d'Italia e meritiamo un futuro da protagonisti.

Felice Del Core
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Do il mio sostegno all'iniziativa

Claudio Piscopo
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Ho saputo che avete proposto di intitolare il belvedere alla regina Maria Sofia delle Duesicilie.
Recentemente il TAR e' intervenuto per cancellare il cambio di denominazione di una strada che era intitolata, se non sbaglio a Garibaldi.
Voglio esservi vicino e farvi conoscere tutta la mia approvazione per la vostra iniziativa.
Se la cosa va in porto verro' in estate a passare qualche giorno da voi, avro' un motivo in piu' per farlo.

Saluti
Giulio Larosa
Pescara (Duesicilie)
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Al Vicesindaco Avv. Carmelo Brunetto

Illustre Vice Sindaco,
confermo il sostegno dell'Associazione Internazionale Regina Elena Onlus per l'iniziativa di intitolazione del Belvedere alla Regina delle Due Sicilie Maria Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera, consorte di Re Francesco II, figlio di Re Ferdinando II e della Venerabile Regina Maria Cristina di Savoia, Principessa di Sardegna.
Invito l'Amministrazione Comunale alla celebrazione del prossimo 7 marzo in Napoli in suffragio della Regina di Sardegna Maria Clotilde, Principessa di Borbone di Francia, Venerabile e Terziaria Francescana.
Cordiali saluti.

Gen. Ennio Reggiani
Presidente Nazionale
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Voglio esprimere il mio forte sostegno alla iniziativa di intitolare il Belvedere alla
Regina Maria Sofia.

Davide De Maio
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La presente per aderire alla Vs. pregevole iniziativa , con stima porgo
distinti saluti

Vittoria Mariani
--
Gentilissimo Avv. Carmelo Brunetto,

la mia presenza per onorare la nostra amatissima Regina Maria Sofia e per la l'intitolazione della piazza e non solo.

Gradirei che l'intitolazione fosse estesa anche in altre piazze del meridione, compreso il mio comune di Santeramo in Colle (Ba), i quali abitanti hanno dato molto (vedasi articolo http://www.santeramolive.it/rubriche/rubrica.aspx?idrubrica=64 ) che mi fa onore come appartenente a quella grande nazione che era la nostra Patria: REGNO DELLE DUE SICILIE.

Al riguardo vi prego di leggerlo e diffonderlo sul portale, poiché mi farebbe piacere se venisse ricordato sia il grande e valoroso sergente borbonico Giuseppe PERNIOLA sia i cittadini di Santeramo (382) processati e forse giustiziati.

All'autore (conosco il soggetto) di quel articolo, sicuramente, non interessa dare risalto al "sacrificio borbonico"

Grazie

Vito zullo - duosiciliano


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venerdì 5 marzo 2010

149esimo anniversario dell'eroica difesa della Real Cittadella


Valentino Romano interverrà alla conferenza messinese di sabato 12 marzo 2010 con la seguente relazione: "Salvatore Maniscalco, direttore della polizia borbonica siciliana. Un caso eclatante di mistificazione storica".
Tra i relatori, il segretario provinciale del Comitato Storico Siciliano, Armando Donato Mozer.

Nel corso della manifestazione i dirigenti CSS incontreranno iscritti e simpatizzanti della provincia di Messina e da fuori.
Il programma completo:

L’Associazione Amici del Museo, l’Associazione “Generale Fergola”, la Delegazione di Sicilia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e le Delegazioni di Messina dell’Istituto Italiano dei Castelli, del Comitato Storico Siciliano, e dell’Associazione Culturale Neoborbonica hanno organizzato per Venerdì 12 e Sabato 13 Marzo p. v. un ricco programma di iniziative per ricordare il 149° anniversario dell’eroica difesa della Real Cittadella di Messina da parte dei fedelissimi soldati duosiciliani, comandati dal Generale Fergola, assediati dalle truppe piemontesi del Generale Cialdini. Era il 13 Marzo 1861, a quattro giorni dalla proclamazione a Torino del Regno d’Italia, quando dalla Cittadella veniva ammainata la candida bandiera duosiciliana. La fortezza messinese rappresentò, insieme con quelle di Gaeta e di Civitella del Tronto, l’estrema resistenza del millenario Regno delle Due Sicilie, dove i nostri soldati pur sapendo della inutilità di ogni sforzo cercarono di difendere la Patria esprimendo la propria fedeltà al Re Francesco II di Borbone. Questi uomini dimostrarono con le loro gesta eroiche e con i 47 caduti sugli spalti che il soldato duosiciliano sapeva combattere e morire per un ideale in contrapposizione ai tanti tradimenti e vili defezioni che portarono alla caduta del Regno. Una gloriosa pagina del nostro passato volutamente cancellata dalla storiografia ufficiale come la stessa Real Cittadella, testimone inesorabile dei fatti, che ancora oggi versa nel totale abbandono. Questa cerimonia si svolge da più di 10 anni ma quest’anno gli organizzatori hanno voluto dare maggiore risalto anche in occasione del prossimo centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Il ricco programma prevede:

Venerdì 12 Marzo- ore 18.00 presso la Chiesa di S. Maria Alemanna la presentazione del volume “Luigi Alonzi detto Chiavone” di Vincenzo Gulì, interverranno oltre all’autore:
Bruno De Martino di Montegiordano - Discendente del Brig. Gen. Nicola De Martino, Saverio Ponz de Leon - Presidente Associazione “Generale Fergola”, Franz Riccobono - Presidente Associazione Amici del Museo, Valentino Romano - Responsabile della Commissione Studi dei Comitati delle Due Sicilie, Salvatore Serio - Associazione Culturale Neoborbonica - Delegazione di Messina.

Sabato 13 Marzo- ore 10.30 presso la Chiesa di S. Caterina una Santa Messa in suffragio dei caduti della Real Cittadella presieduta dal Mons. Mario Di Pietro;
- ore 11.30 presso il monumento a Carlo III di Borbone di Piazza Cavallotti: Deposizione di un omaggio floreale;
- ore 12.00 in cima al Bastione Santo Stefano della Real Cittadella: Commemorazione dei fatti d’arme e deposizione di corona d’alloro;
- ore 12.30 Monumento a Ferdinando II di Borbone: Deposizione di un omaggio floreale.

Si pregano i colleghi giornalisti di dare ampio risalto alla interessante manifestazione.

Cordialmente

L’Addetto Stampa della Manifestazione
Dott. Marco Grassi
cell. 3404630651, email. marcog.grassi@tiscali.it

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giovedì 4 marzo 2010

Il recupero delle artiglierie borboniche (La Gazzetta del Sud)



di Armando Donato, CSS Messina

Quella dei cannoni di Capo Peloro è una questione ben nota da molti anni. Si tratta infatti di artiglierie settecentesche in ghisa ad avancarica della Marina del Regno delle Due Sicilie poste in difesa costiera, quindi sabotate ed abbandonate sulla spiaggia come rottami già prima dell’arrivo delle truppe garibaldine.Il relativo periodo storico si rifà alle campagne di conquista francese (1800-1815) e la diretta minaccia alla Sicilia con navi e truppe appostate sulla sponda calabra. All’epoca l’area di Capo Peloro (Piazzaforte della Real Marina di Messina) con la torre del Faro era già campo trincerato retto da un colonnello, ricco di varie opere di controllo e difesa antinvasiva, presidiate da artiglieri siciliani e reparti inglesi.

La flotta Borbonica di Messina utilizzava unità capaci anche di 74 pezzi di artiglieria da 36, 24 libbre ecc. Molteplici i tentavi di sbarco e gli scontri navali con le unità francesi a Villa SG, Punta Pezzo, Bagnara, Scilla, Capo Peloro ecc. Il disarmo di navi da guerra e l’installazione delle artiglierie in difesa costiera era una pratica piuttosto frequente, infatti lo stemma dell’Armata di Mare e del rgt. Real Marina posto presso la cintura di volata di un cannone, insieme ai numeri a due cifre rilevati vicino ai tre rispettivi foconi, indicano l’originario armamento su unità navale borbonica, le cui artiglierie venivano contate progressivamente partendo dal basso.

Un corretto riutilizzo di cannoni non a caso mancanti di affusto (strumento di sostegno che ne consentiva l’alzo ed il tiro) non da campagna, ma alla marinara, tipico per pezzi di notevole stazza, presupponeva la presenza di maestranze specializzate, l’uso di specifici legni, munizionamento adeguato, prove e test. Impossibile inoltre per artiglierie di tal genere effettuare fuoco di copertura per ipotetici sbarchi garibaldini in Calabria, in primis perché essi avvenivano per sicurezza sempre di notte, rendendo quindi cieca l’azione di fuoco, in secondo luogo perché i cannoni come quelli di C. Peloro, aventi gittate massime di circa 1000 metri, mai avrebbero potuto proteggere teste di sbarco garibaldine in un’ area in cui la sponda opposta dista notoriamente 3000 metri e più.

Tuttavia è palesemente inverosimile un qualsiasi uso attivo di tali cannoni da parte garibaldina, tanto evidenti sono le palle conficcate ed incastrate a forza all’interno di tutte e tre le bocche, irrimediabilmente ostruite. Ciò non è un caso bensì un chiaro segno di autosabotaggio, ovvero tipica azione effettuata dai militi che abbandonando una postazione e relative artiglierie non trasportabili, le rendevano inservibili al nemico. Nel caso specifico le truppe borboniche evacuarono le postazioni di C. Peloro il 26 luglio 1860. Nessun riutilizzo garibaldino dunque, trattandosi già di relitti inservibili ed in abbandono, usati come bitte dai pescatori locali in tempi più recenti.

Armando Donato

Si ringraziano:
La Gazzetta Del Sud, Giovanni Arigò, Salvatore Cavalli, Vincenzo D’Amico
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